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Ricerca in ortopedia: al Rizzoli la Direttrice dell’Ufficio ONU per gli Affari Spaziali. Il confronto sulle prospettive dell’Europa che invecchia

Ist-Ortop-Rizzoli-BoLa tre giorni di EORS, la società scientifica europea di ricerca in ortopedia, apre i lavori mercoledì 14 settembre all’Istituto Ortopedico Rizzoli (Centro di Ricerca, via di Barbiano 1/10, ore 18) con un intervento dell’astrofisica Simonetta Di Pippo, Direttrice dell’UNOOSA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra-atmosferico.

“È un’occasione di confronto con una scienziata italiana che ha conseguito straordinari risultati – spiega il professor Nicola Baldini, responsabile del Laboratorio di Fisiopatologia Ortopedica e Medicina Rigenerativa del Rizzoli e presidente del meeting EORS 2016. “Simonetta Di Pippo parlerà di spazio e salute globale, facendo riferimento anche all’obiettivo ONU di incrementare l’utilizzo di tecnologie e il trasferimento d’informazioni acquisite grazie alle missioni spaziali nel campo della ricerca biomedica e della salute pubblica.”

Tra gli argomenti presentati dagli oltre duecento relatori internazionali, la stampa 3D in ortopedia, le terapie con cellule staminali e i risultati dei più recenti studi sulle malattie dell’apparato locomotore. Nell’ambito di EORS si svolgono anche i simposi delle Società Europee di Biomeccanica e dei Biomateriali.

Il futuro della ricerca e gli scenari di salute nei prossimi decenni in un’Europa dalla popolazione sempre più anziana è l’oggetto dell’incontro aperto al pubblico che EORS propone sabato 17 settembre nella Sala dello Stabat Mater (Biblioteca dell’Archiginnasio, ore 9), con il patrocinio di Università di Bologna, Istituto Ortopedico Rizzoli, Comune di Bologna, Unindustria Bologna e Camera di Commercio.

“L’obiettivo – afferma il professor Baldini, organizzatore dell’evento – è quello di riflettere con la comunità scientifica e gli operatori sanitari, insieme alle istituzioni e al mondo produttivo, sulle scelte imposte dall’evoluzione della società europea e dalle esigenze di sostenibilità dei servizi sanitari nell’ambito delle malattie muscoloscheletriche, che, com’è noto, hanno un impatto elevatissimo sia in termini di incidenza che di costi diretti e indiretti.

Guardando al futuro, è doveroso affrontare in modo nuovo anche la formazione delle prossime generazioni di medici e ricercatori, che dovranno necessariamente acquisire le competenze necessarie a interagire in modo integrato anche col settore produttivo”.

 

 

















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