Un bolide a due ruote che sfreccia sulla Modena-Sassuolo in barba ai limiti di velocità. E’ il video condiviso in questi giorni su Facebook da amanti della motocicletta e non come Franco Piacentini, dell’associazione ‘Familiari vittime della strada’ di Modena che lamenta, in barba alle disposizioni prefettizie, la mancanza di controlli sulla viabilità per il rispetto delle norme del Codice della strada.
“Dunque – scrive Piacentini – sembrerebbe che il soldato americano ………………., 33 anni, di stanza alla caserma Ederle di Vicenza sia tornato in azione e per l’occasione abbia scelto la CONTROLLATISSIMA strada ANAS 72 che collega Modena con l’area industriale di Fiorano e Sassuolo per prendere per il c…. le disposizioni prefettizie in materia di controlli stradali emanate in data 25 luglio 2016”.
“Viste le condizioni dell’asfalto – prosegue Piacentini -, appena rifatto dalla rotatoria di Fiorano in poi, la ripresa, postata il 29 luglio, deve essere comunque stata fatta dopo la prima quindicina di Luglio 2016.
La cosa strana è che lo scorso marzo il giudice Stefano Furlani ha accolto la richiesta del pubblico ministero Serena Chimichi, ed ha disposto i sigilli per la Honda 1000 dello statunitense ………… (in arte MAX WRIST).
I poliziotti della stradale di Schio, guidati dal sostituto commissario Franco Bertagnoli, avevano ricevuto delle segnalazioni di corse pazze lungo la provinciale del Costo ancora in agosto e avevano anche scoperto quei video su youtube, postati da quello che evidentemente pensava di essere inafferrabile. Si trattava di video di ottima qualità; perciò, ingrandendo le immagini (dove era sempre stata coperta la targa) riuscirono a leggere il numero di telaio ed altri elementi che si rivelarono fondamentali per identificarlo.
In precedenza Max Wrist era incappato in altre vicissitudini, tanto che gli fu ritirata la patente dallo stesso esercito americano ma, evidentemente, sembra ne sia tornato in possesso e abbia pensato bene di visitare anche le nostre strade”.
“Chissà se qualcuno sia interessato ad approfondire la cosa” – conclude Franco Piacentini.