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Ricostruzione, Confagricoltura Modena: “non è una questione di nomi ma di sostanza e priorità”

Eugenia-Bergamaschi“Non si tratta di dire Errani sì o Errani no, ma di far sì che il Governo sia deciso nei confronti della Ue e sappia scardinare il modello burocratico troppo pesante. In Emilia ci siamo dati priorità certe che sono state rispettate, naturalmente non senza errori, ma non dobbiamo dimenticare le condizioni di partenza”. 

La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi dice la sua riguardo alla ricostruzione post sisma dell’Italia Centrale e la confronta con quanto avvenuto sul nostro territorio: “Errani e Gabrielli si sono trovati a dover mettere in piedi dal nulla un sistema per la ricostruzione, non dimentichiamo che il Governo Monti aveva deciso di non dare più aiuti in catastrofi di questo genere. L’allora presidente Errani convocò settimanalmente le parti in causa e, sapendo che tutto insieme non si poteva fare, decidemmo di darci alcune priorità che sono state rispettate. Scuola, abitazioni e attività produttive in primis, a seguire centri storici, chiese e monumenti. L’urgenza era quella di mantenere sul territorio le imprese, comprese quelle agricole e le multinazionali del biomedicale. Questo è avvenuto. Sappiamo bene che lavorando si fanno errori – prosegue la presidente – l’auspicio è che se Errani dovesse essere effettivamente il commissario per la ricostruzione di questo terremoto, sappia trarre insegnamento da questi errori”.

Bergamaschi infine manda un segnale chiaro al Governo Renzi: “Mi auguro che nel confronto con la Cancelliera Merkel il presidente del consiglio abbia detto chiaramente che la montagna di burocrazia e di adempimenti che abbiamo dovuto affrontare noi emiliani a causa delle decisioni dell’Unione europea deve essere fortemente ridimensionata. L’allora Governo Monti non fu per nulla incisivo, anzi risultò succube alla stessa Ue, questa volta non deve accadere”.

Infine Bergamaschi conclude con un pizzico di veleno: “Mi chiedo: Chi fa polemica ora dov’era quando c’era da lavorare? Mettiamo mano alla burocrazia ma evitiamo di gettare via il bambino insieme all’acqua sporca”.

 

















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