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Sgominata dalla Polizia di Bologna una organizzazione criminale dedita agli assalti a bancomat

Polizia-RPCAlle prime ore dell’alba, la Squadra Mobile di Bologna con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha condotto una vasta operazione finalizzata all’esecuzione di sei ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Bologna nei confronti di una organizzazione a delinquere dedita all’assalto di bancomat. Si tratta di cinque bolognesi ed un palermitano.

Il gruppo criminale, che aveva base nel capoluogo felsineo, sin dall’inizio dell’anno ha effettuato i suoi “colpi” non soltanto nel bolognese (il 23 luglio scorso al bancomat Emilbanca di via Circonvallazione Italia a San Giovanni in Persiceto), ma anche a Roma e Milano (dieci tra febbraio e luglio 2016). In tutte le città aveva creato una base logistica dove nascondeva le autovetture utilizzate per le operazioni, l’esplosivo per far saltare i bancomat, nonché l’attrezzatura per potersi camuffare nel corso dell’azione criminale. Brevissimo il tempo che intercorreva tra ideazione, sopralluogo e realizzazione: il tutto poteva avvenire anche nel corso di un fine settimana.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, da un lato ha permesso di bloccare la scia di delitti realizzati dal gruppo, evitando che ne fossero commessi degli altri; dall’altro, ha consentito di raccogliere utili elementi di indagine per l’emissione dei provvedimenti restrittivi della locale Autorità Giudiziaria. Le misure restrittive hanno riguardato i bolognesi G.G., 47 anni; A.B., 39 anni; G.d.L., 29 anni; D.F., 44 anni; C.C., 31 anni e il palermitano A.S., 41 anni.

G.G., A.B. e A.S., grazie alla loro decennale “esperienza”, erano di fatto i capi, promotori ed organizzatori. Disponevano delle strutture logistiche dell’associazione, provvedevano al reperimento dell’esplosivo (che veniva occultato in buche scavate nei campi), individuavano gli obiettivi e decidevano in ordine alla composizione del gruppo operativo; impartivano direttive e si servivano dei fiancheggiatori per stipulare i contatti di locazione dei garages e reperire le autovetture.

Oltre alla esecuzione delle misure restrittive, sono state 15 le perquisizioni domiciliari disposte dalla Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di fiancheggiatori del gruppo criminale.

















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