“Riteniamo di non violare nessuna norma sulla concorrenza, non siamo in concorrenza con le aziende private e non abbiamo aggirato nessuna norma sulle gare d’appalto. Il ParER è una struttura nata per razionalizzare la spesa pubblica, non per far concorrenza ai privati”.
E’ il commento di Raffaele Donini, Assessore regionale con delega all’Agenda digitale, a proposito del ricorso che sarebbe stato presentato alle Autority sulla concorrenza e sull’anticorruzione (nessuna comunicazione è però ancora arrivata alla Regione) da parte di alcune aziende informatiche contro il Polo archivistico regionale Emilia-Romagna (ParER),per violazione delle norme sulla concorrenza e aggiramento delle gare d’appalto.
Il tema è la conservazione digitale dei documenti delle Pubbliche amministrazioni, che il ParER è in grado di garantire attraverso personale altamente qualificato interno all’Istituto Beni Culturali (IBC) della Regione (struttura cui fa capo ParER) e con l’apporto di aziende private informatiche di livello nazionale, individuate con gare pubbliche. Una struttura nata per razionalizzare la spesa pubblica, nelle logiche di centralizzazione e di specializzazione. A giudizio dei ricorrenti, questa attività interferirebbe con il libero mercato.
Con questo modello operativo, spiega invece Alessandro Zucchini, direttore dell’IBC, la Regione “governa” il processo e si avvale di professionalità sia interne che esterne per lo sviluppo e la gestione della funzione di conservazione digitale. Il modello ParER, spiega il direttore, è centrato sul controllo pubblico di una funzione (la conservazione digitale a lungo termine) che solo le PA possono garantire nel tempo.
“Siamo da tempo consapevoli dell’importanza della conservazione dei documenti informatici quale infrastruttura necessaria per la digitalizzazione della pubblica amministrazione- afferma l’assessore Donini – tant’è che l’abbiamo resa operativa, fra i primi in Italia, dal gennaio 2010. Abbiamo anche siglato nel 2013 un accordo con il Ministero dei Beni Culturali e l’Archivio Centrale dello Stato per collaborare alla conservazione digitale in ambito pubblico. Siamo stati invitati in tante sedi ad illustrare la nostra esperienza, e questo ha portato altre Pubbliche Amministrazioni a chiedere la nostra collaborazione. E con esse abbiamo collaborato”.
Sul tema libera concorrenza, il direttore Zucchini si affida ai dati: il mercato, in base alle analisi fatte da AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) sui rapporti quadrimestrali dei conservatori accreditati, è rappresentato (dati fine 2015) da oltre 103.000 contratti privati, a fronte di meno di 8.000 pubblici. Di questi contratti pubblici ParER ne ha, fuori regione, meno di 150.
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