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Incendio all’Enel Green Power di Finale Emilia: i risultati dei monitoraggi Arpae

Gli esiti analitici dei monitoraggi effettuati a seguito dell’incendio all’Enel Green Power non hanno mostrato una presenza significativa degli inquinanti ricercati a conferma del limitato impatto sanitario che non ha comportato la necessità di adottare provvedimenti cautelativi nei confronti della popolazione.

Sono state completate le analisi dal Laboratorio Arpae di Modena, sui campionatori passivi posizionati per la ricerca di Composti Organici Volatili (COV)  nei 5 punti individuati nelle immediate vicinanze dell’impianto e presso i centri abitati di Massa Finalese e Finale Emilia, in stretto coordinamento con il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl.

Il monitoraggio iniziato il giorno 20 luglio e terminato il giorno 25, quando l’incendio era completamente esaurito, ha mostrato livelli contenuti di COV, simili nei 5 punti individuati. Unica eccezione è quanto rilevato nella prima giornata di monitoraggio presso il perimetro aziendale, dove si sono registrate concentrazioni superiori a quelle misurate negli altri punti. Le concentrazioni sono poi rapidamente diminuite nei giorni successivi.

Relativamente alle polveri PM10, le concentrazioni rilevate nelle giornate dal 21 al 25 presso il polo scolastico di Massa Finalese si sono mantenute a valori variabili tra 25 e 34 µg/m3, del tutto confrontabili a quelli registrati nelle stazioni della Rete Regionale di Monitoraggio della qualità dell’aria di Carpi e Gavello.

 

“Prendiamo atto dell’esito delle analisi di Arpae”, spiega l’assessore all’Ambiente Gianluca Borgatti, che però puntualizza: “Non possiamo solo accontentarci di questi ultimi dati. Abbiamo bisogno di fatti concreti. Per questo nei prossimi giorni chiederemo un incontro con i vertici di Enel Green Power per sottoporre loro una serie di questioni. Alcune le possiamo già anticipare: chiederemo che l’azienda installi a sue spese, net territorio comunale, due centraline per il monitoraggio in continuo della qualità dell’aria e che queste restino in funzione per almeno due anni; che i nostri tecnici possano avere libero accesso all’interno dell’impianto; che venga eseguito anche un monitoraggio sulla qualità delle acque utilizzate all’interno della centrale; infine che ci venga presentato un nuovo piano che chiarisca quali dovranno essere le modalità di stoccaggio del sorgo, in considerazione di ciò che è avvenuto nei giorni scorsi”.

 

















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