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Modena: dal Consiglio comunale ok al Parco della Creatività nell’ex Amcm

Parco-della-creativitaVia libera del Consiglio comunale di Modena al Documento di indirizzo per la rigenerazione dell’area dell’ex Amcm illustrato in aula, giovedì 21 luglio, dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli e approvato con il voto favorevole di Pd, Sel e Fas-Sinistra italiana e quello contrario di Fabio Poggi (Pd).

Con lo stesso voto l’Assemblea consiliare ha approvato anche le Linee guida per l’affidamento dell’intervento di riqualificazione dell’area ex Amcm attraverso una procedura competitiva con negoziazione, il cui bando sarà pubblicato in settembre. Prima della votazione le minoranze hanno lasciato l’aula ma in nessun momento, durante la discussione congiunta dei due documenti, è mancato il numero legale. I gruppi di Forza Italia, Movimento 5 stelle e Per me Modena avevano chiesto di rinviare a settembre entrambe le delibere.

Per quello che diventerà il “Parco della creatività” di Modena, il documento prevede maggiori funzioni pubbliche e meno residenza e commercio, con quasi la metà della superficie utile destinata a spazi culturali, impianti sportivi e servizi. Nell’area, che ha un’estensione di oltre 30 mila metri quadrati, lo spazio pubblico sarà infatti pressoché triplicato rispetto al precedente piano: oltre all’ex Aem e all’ex Enel, destinate a spazi culturali, anche l’ex Officina Filovia, che oggi ospita il Teatro delle Passioni, sarà destinata a questo scopo, con la realizzazione della palestra del liceo Sigonio e di altri servizi.

Nel presentare le delibere, l’assessora Vandelli ha ribadito che “oggi non si approva il progetto ma una procedura che rinnova totalmente l’impostazione precedente e che abbiamo elaborato dopo due anni di ascolto dei portatori di interesse istituzionali e di incontri con tante persone, di lettura attenta dei contributi che ci sono stati portati e di relazioni positive con la Soprintendenza. Da questo processo – ha proseguito – nasce il Parco della Creatività: il parco è uno spazio aperto e inclusivo dove si rigenerano le idee e si sommano tutte le esperienze che danno vita a quella creatività che è carattere peculiare dei modenesi. Ma Parco della creatività non è solo un titolo: è un indirizzo progettuale che i professionisti dovranno provare a declinare nelle loro proposte. Ed è qualcosa che stiamo già realizzando, in settembre infatti iniziano i lavori per il laboratorio aperto nell’edificio Aem, su un progetto che per la sua qualità ha ottenuto finanziamenti europei per oltre due milioni di euro e un milione per le attività”.

Il quadro economico previsto per l’intervento è stimato approssimativamente in 35 milioni di euro, escluso l’intervento all’ex Aem, già cofinanziato con contributo europeo attraverso le risorse dell’Asse 6 del Por Fesr, e un importo pari a 2 milioni di euro stanziato dal Comune per la realizzazione della palestra del Liceo Sigonio. Nel comparto è prevista anche la realizzazione nell’edificio ex Enel del nuovo Teatro delle Passioni e della sede di Ert, oltre che di un impianto di trigenerazione  che garantirà un risparmio energetico stimato nel 30 per cento. Anche questi due progetti concorrono a ottenere risorse europee.

CAVAZZA: “È STRATEGICO”

Il vicesindaco interviene sul via libera del Consiglio comunale: “Chi voleva rinviare ha perso un’occasione, ma la porta del confronto costruttivo è aperta”.

“Un progetto strategico per la città che dopo anni di discussioni può procedere concretamente all’avvio della riqualificazione e rigenerazione di un’area a due passi dal centro storico”. E’ il commento del vicesindaco Gianpietro Cavazza all’approvazione da parte del Consiglio comunale del documento di indirizzo e delle linee guida per il bando di settembre del Parco della creatività nel comparto ex Amcm.

“Chi ha cercato di rinviare l’approvazione, credendo forse di mettere in difficoltà la giunta, ha perso un’occasione – aggiunge Cavazza – ma la porta del dialogo e del confronto costruttivo è aperta. Questo è un progetto di tutta la città, con un profilo culturale di respiro nazionale e internazionale”.

Il vicesindaco, a nome di tutta la giunta, sottolinea in particolare che l’operazione “avrà una solida regia pubblica, così come sono pubblici e con funzioni pubbliche i primi interventi concreti che verranno avviati già da settembre, grazie anche alla capacità di intercettare importanti risorse europee con la qualità dei progetti, mentre uno spazio significativo è affidato alla progettualità dei privati”.

Ribadita la centralità dei contenuti culturali, con in primo piano il nuovo Teatro delle Passioni, la sede di Ert, il cinema e l’innovativo Laboratorio aperto, Cavazza ricorda come alla riduzione della quota di residenza e all’inserimento nell’area di funzioni scolastiche come la palestra del liceo Sigonio si sia arrivati ascoltando i suggerimenti e le proposte raccolte in questi anni di dibattito. “In commissione – precisa il vicesindaco – ho apprezzato, per esempio, l’intervento del consigliere 5 Stelle Marco Bortolotti che proponeva caratterizzazioni qualitative degli spazi commerciali e di quello di Forza Italia Adolfo Morandi che ha compreso il cambio di passo del progetto e giustamente ha osservato che bisognasse procedere celermente, dopo tanti anni di discussioni. Peccato che poi abbia cambiato atteggiamento in Consiglio quasi accodandosi a chi chiedeva il rinvio per meri calcoli di opportunità politica, pensando probabilmente di mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Ma in ballo c’è una città che deve ricominciare a costruire futuro. Peccato per quelle forze politiche – aggiunge Cavazza – che hanno perso l’occasione di contribuire a questo passaggio. Ma la porta del confronto costruttivo rimane aperta. Lo strumento del bando prevede che il Consiglio torni a occuparsi della questione. Questo è un progetto che offre alla città un vero e proprio welfare culturale, cioè opportunità concrete di realizzare e condividere esperienze significative che consentono di accrescere il benessere individuale e collettivo”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Si è votato anche sulla richiesta di rinvio, respinta, ma poi le minoranze hanno lasciato l’aula. Muzzarelli: “Restituiamo alla città un’area abbandonata da anni”.

“L’approvazione degli atti di indirizzo per il recupero dell’area dell’ex Amcm è l’inizio di un’avventura, la base per far partire i progetti e per questo è importante accelerare e approvarli senza perdere altro tempo. Il tema poi ritornerà in Consiglio. Già all’inizio di settembre, intanto, si apre il primo cantiere e iniziamo a restituire alla città un’area abbandonata da anni”. Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo, giovedì 21 luglio, nel dibattito che ha portato all’approvazione da parte del Consiglio comunale di Modena del Documento di indirizzo per la rigenerazione dell’area dell’ex Amcm.

“Il nostro obiettivo – ha proseguito il sindaco – è mettere a sistema e unire funzioni che fino a oggi erano sparse, dando a Ert una sede adeguata a un teatro nazionale e ragionando su come riutilizzare tutte e tre le strutture già presenti nell’area per metterle a servizio della comunità. Gli indirizzi sono coerenti con le scelte di fondo, l’identità del luogo e il recupero di funzioni, tra le quali la formazione e lo sport, all’interno del centro storico come si sta già facendo con il San Geminiano, il San Paolo e, presto, con il Sigonio. Abbiamo una visione e una strategia e ora possiamo passare alla fase successiva che è quella dell’apertura dei cantieri”.

Nel corso del dibattito, il consigliere di Forza Italia Adolfo Morandi ha chiesto formalmente di sospendere il Consiglio per rinviare a settembre la discussione e il voto sulle delibere. A norma di regolamento consiliare, sono state esposte le ragioni per un possibile rinvio e per la continuazione del dibattito e poi i consiglieri hanno votato decidendo di proseguire (a favore Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana, contro FI; M5s e Idea Popolari liberali). I consiglieri dell’opposizione sono quindi usciti dall’aula e non hanno partecipato al voto.

“Finalmente ci troviamo con una proposta che ci spinge a discutere di come vogliamo la città”, ha detto Francesco Rocco (Fas-Sinistra italiana) aprendo il dibattito: “La Giunta ha superato la vecchia impostazione che parlava solo di volumi per concentrarsi sulle funzioni. Condivido sia l’impostazione che i contenuti di questa delibera e oggi do il mio consenso ma – ha sottolineato il consigliere – non firmo una cambiale in bianco perché valuterò con attenzione i prossimi passi, il percorso fatto, il progetto che ne deriverà”.

Anche per Giuseppe Pellacani, Forza Italia, era tempo che arrivasse un progetto di riqualificazione di un’area “che ha un notevolissimo valore per la città. In quello presentato ritrovo molte delle proposte che il Pdl fece dopo il progetto presentato da Sitta, come l’aumento delle funzioni pubbliche, il verde e le palestre, ma ci sono ancora margini di miglioramento. Si è persa l’occasione di coinvolgere gli esperti in un progetto più meditato e innovativo”. “In Commissione mi hanno accusato di essere fin troppo favorevole a questa delibera – ha affermato Adolfo Morandi – ma non lo sono in assoluto, ci sono aspetti positivi e altri che non mi convincono. Sono d’accordo sul fatto che sia ormai ora di partire con gli interventi ma vorrei che tutti i consiglieri potessero fare un lavoro di analisi e che ci fosse la possibilità di ascoltare le associazioni dei cittadini oltre agli ordini professionali”. Il consigliere ha quindi chiesto di sospendere la discussione: “Non sono un paio di mesi in più a fare la differenza rispetto a una delibera attesa da vent’anni e così importante per tutti”.

Per il Movimento 5 stelle, Marco Rabboni ha ipotizzato un intervento che escluda sia le opere residenziali che i parcheggi: “Recuperare solo gli immobili pubblici già esistenti ci costerebbe molto meno, intorno ai 18 milioni. Il sindaco ha dimostrato di essere molto bravo a reperire finanziamenti quindi perché non pensare a un intervento con fini culturali solo sugli immobili già esistenti, procedendo una palazzina per volta? Perché invece vogliamo inserire a forza sia il residenziale che il commerciale? A pensare male si potrebbe dire che si vuole fare un favore a qualcuno”.

Marco Chincarini di Per me Modena, che si è “rammaricato di non poter partecipare al voto per impegni personali”, ha sostenuto che un progetto così importante “non merita di essere discusso con tempi così stretti. Apprezzo che il documento sia l’elaborazione di un percorso durato anni ma è per questo che un mese in più non avrebbe cambiato nulla e ci avrebbe permesso di approfondire meglio. È un progetto che impegnerà la città anche per le prossime amministrazioni, che rivoluzionerà profondamente quell’area e che quindi avrebbe meritato un ragionamento più approfondito”.

Per Sel, Marco Cugusi ha definito il progetto un “punto di svolta di cui essere orgogliosi”. Augurandosi che almeno una parte degli appartamenti previsti siano destinati a uso sociale con affitti calmierati, il consigliere ha sollecitato a “rafforzare ulteriormente le funzioni culturali, integrando il teatro con il mondo della musica e del cinema. E se poi serviranno nuove risorse – ha concluso – concorreremo tutti per trovarle”.

Andrea Bortolamasi (Pd) ha sottolineato positivamente “l’obiettivo del recupero di un’area abbandonata e la scommessa di ripartire dalla creatività e dalla cultura. Stiamo facendo un percorso per definire i confini dell’intervento e non ci blindiamo in nessun modo ma apprezziamo l’idea di partire dalla cultura anche per rimettere in moto processi occupazionali di cui abbiamo drammaticamente bisogno. Faremmo un torto a noi stessi aspettando”. Paolo Trande ha affermato che abbandonare l’aula dopo essere andati sotto in una votazione è molto grave. ancora più grave che lo abbia fatto anche il vice presidente del Consiglio. Non è sostenibile affermare che non si è discusso a sufficienza, la città ne ha discusso per 25 anni e anzi la Giunta ha mostrato capacità e maturità accogliendo le proposte di correzione del progetto iniziale”.

Annunciando il voto difforme rispetto al suo gruppo, Fabio Poggi ha confermato “l’urgenza e la centralità del progetto” affermando però di “non condividerne la strategia che non ha i presupposti per garantire fattibilità e sostenibilità all’intervento. Ho la massima fiducia nell’impegno del sindaco nel portare avanti il progetto, temo però che non sarà sufficiente”. Il consigliere ha proseguito ricordando di aver chiesto “tempo per fugare i dubbi, che sono tanti, per continuare il dibattito, per contribuire a migliorare gli indirizzi. L’ex Amcm è un’occasione per la città, come il Sant’Agostino, ma c’è un problema sia di strategia che di risorse: per entrambi i progetti la scelta è aumentare i contributi per smussare i problemi e farci stare il più possibile ma di fatto si moltiplicano in modo non chiaro i potenziali costi, sia di investimento che di gestione, e si allungano i tempi. Si generano ipoteche per le amministrazioni future consegnando alla città un’idea che dal mio punto di vista difficilmente si potrà concretizzare”. Chiedendo il rinvio a settembre, Poggi ha sostenuto che “il progetto delega troppo alla proposta dei privati. Credo – ha concluso – che questa impostazione abbia troppi vincoli per essere un libero concorso di idee e troppo pochi per essere un progetto chiaro”.

















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