Oggi tredici bambini di Chernobyl sono stati accolti in ospedale a Sassuolo per essere sottoposti ad alcune visite come l’ecografia della tiroide. Un momento importante che permette a questi piccoli pazienti di accedere a cure ed esami gratuiti spesso difficili da ottenere nel loro paese d’origine, la Bielorussia.
Otto femmine e cinque maschi, di età non superiore a 11 anni. Hanno volti sorridenti e sguardi pieni di curiosità e gratitudine per i volontari dell’Associazione ‘Chernobyl’ che dal primo luglio li ospitano tra Fiorano, Maranello e Sassuolo e coi quali sono appena andati al mare, per una breve vacanza a Massa Marittima.
Dopo le visite mediche, accompagnati dai volontari e da alcuni rappresentanti della Direzione ospedaliera, i bambini hanno visitato la mostra fotografica di Erik Messori, dedicata proprio al disastro Chernobyl nel suo trentesimo anniversario. I volti, davanti alle grandi fotografie in bianco e nero, si fanno seri. Sembrano ricordare, improvvisamente, quei luoghi desolati dove tra qualche giorno torneranno ad abbracciare mamme e papà. È la più piccola del gruppo, Uliana, che riaccende il buonumore di tutti, liberando un sorriso irresistibile davanti alla foto che ritrae alcuni ragazzi mentre giocano alla ‘campana’.
“Nei piccoli villaggi della provincia di Braghin, a sud-est della Bielorussia – spiega Paolo Fontana, presidente dell’associazione ‘Chernobyl’ – sono migliaia i bambini che vivono su un territorio ancora martoriato dalle radiazioni. Venire in Italia, anche solo per 15 giorni, per loro significa tanto”.
“Poter aiutare questi bimbi, che vivono in condizioni difficili e in un contesto non favorevole alla loro salute – sottolinea Bruno Zanaroli, direttore generale dell’Ospedale di Sassuolo spa – ci riempie di gioia. Speriamo, anche nei prossimi anni, di poter garantire questa opportunità”.