Il capitale sociale di Modenafiere srl passerà da un milione e 700 mila a 770 mila euro, con una riduzione di 930 mila euro dovuta alle perdite di esercizio. Non cambiano le quote dei soci e nemmeno il profilo strategico della società che, negli ultimi anni, ha investito molte risorse per nuove acquisizioni di marchi (oggi sono 13 a gestione diretta a cui si aggiungono servizi interni, come il bar) e ha in programma, nel Piano industriale 2016-2020, “gli interventi necessari per raggiungere l’equilibrio”, ha sottolineato l’assessore alle Attività economiche Tommaso Rotella illustrando la delibera al Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 7 luglio. Il documento, approvato con il voto a favore di Pd, Sel e Fas – Sinistra Italiana, e con l’astensione di M5s, FI, Idea Popolari Liberali, CambiaModena e Per me Modena, prevede una riduzione del capitale sociale in conseguenza di perdite, sulla base delle norme del Codice civile (art.2482 bis), che dovrà essere deliberata nell’assemblea dei soci già convocata per il 25 luglio.
“Il capitale sociale rimane comunque corposo – ha affermato Rotella – e la riduzione ci consente di non vendere gioielli come Skipass, Play o Modenantiquaria che rappresentano elementi grande richiamo per la promozione del polo fieristico e con ricadute estremamente positive per la città e il territorio. Siamo ottimisti per il futuro. Al cda di ModenaFiere – ha aggiunto l’assessore – chiediamo un costante e puntuale monitoraggio delle azioni previste nel Piano industriale al fine di ripristinare al più presto una situazione di equilibrio economico per la società”.
Le azioni previste dal consiglio di amministrazione, che prevede già nel 2016 un sostanziale pareggio, riguardano: l’ottimizzazione delle procedure e di revisione delle modalità di acquisto finalizzate a un risparmio di costi e a una maggiore efficienza gestionale volta a contenere sia i costi di struttura che i costi diretti degli eventi; la gestione diretta della commercializzazione degli spazi espositivi di alcune manifestazioni; la gestione diretta dei servizi supplementari agli espositori sia per le fiere dirette che per le fiere indirette; lo sviluppo, seppur graduale, del fatturato delle manifestazioni i cui marchi sono stati acquisiti negli ultimi anni; la riorganizzazione dell’attività di ristorazione e bar dopo il primo anno di gestione.
Grazie alle nuove acquisizioni e alla gestione diretta delle manifestazioni fieristiche, tra il 2014 e il 2015 la Fiera ha aumentato l’attività e il valore della produzione (passato da 4,3 a 5,3 milioni nell’ultimo anno), mentre i ricavi sono cresciuti un po’ meno del previsto come conseguenza della crisi economica generale e del calo dei margini di alcune fiere storiche.
Il disavanzo 2015 è stato di 380 mila euro e si aggiunge a quello del 2014 (250 mila euro) e del 2009 (580 mila euro), mentre dal 2010 al 2013 i conti sono stati chiusi con utili. Nel 2008 venne deliberato l’aumento di capitale sociale (da 200 mila a un milione e 700 mila euro) per sostenere gli investimenti previsti, tra i quali quelli sulla struttura (parcheggi, biglietterie, innovazione ecc) e quelli di acquisizione dei marchi delle Fiere anche per evitare il trasferimento in altre città.
Nel 2016 si prevede la realizzazione di 24 manifestazioni: 13 fiere a gestione diretta, altre dieci ospitate (tra cui la novità Dronitaly in settembre), a cui si aggiunge la novità di Voliamo che si è svolta a inizio giugno. In programma anche alcuni eventi congressuali.
Il 51 per cento di Modenafiere srl è di Fiere Internazionali di Bologna la cui quota, dopo la riduzione del capitale sociale, avrà un valore di 392 mila e 700 euro. Il Comune di Modena detiene il 14,61 per cento delle azioni (112 mila 480 euro) esattamente come la Provincia e la Camera di commercio. A Promo spetta il rimanente 5,18 per cento che corrisponde a poco meno di 40 mila euro di capitale sociale.
IL DIBATTITO IN AULA SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE
Prima dell’approvazione in Consiglio sono intervenuti una serie di consiglieri.
Prima dell’approvazione della delibera sulla riduzione del capitale della Fiera (a favore Pd, Sel e Fas – Sinistra Italiana, astenuti M5s, FI, Idea Popolari Liberali, CambiaModena e Per me Modena), nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 7 luglio, sono intervenuti alcuni consiglieri.
Francesco Rocco di Fas – Sinistra Italiana, evidenziando la situazione di perdita degli ultimi anni, ha espresso il dubbio “che il modello fieristico di ModenaFiere abbia qualche problematicità. Sarebbe opportuno fossimo a conoscenza del piano industriale – ha detto – e chiedo che venga fatto un monitoraggio della situazione, eventualmente con un report in Commissione in corso d’anno. In momenti di crisi economica dei Comuni non va bene dover affrontare ogni volta situazioni di perdita”.
Antonio Montanini di CambiaModena ha sottolineato che “con questa operazione si stanno ripianando delle perdite e, quando non ci sarà più patrimonio per farlo, i rispettivi soci dovranno mettere mano al portafoglio. C’è qualcosa che non ha funzionato – ha aggiunto – perché non era già prevista questa riduzione di capitale. Manca una strategia di fondo e va deciso cosa vogliamo fare in prospettiva perché non si ripeta tale situazione”.
Diego Lenzini del Pd ha precisato che la delibera “è figlia di quanto successo nel 2006, anno in cui l’ente fiera ha aumentato il capitale sociale per portare avanti la strategia di passare da una gestione dell’affitto dei locali espositivi a una gestione degli eventi fiera acquistandoli. Questi sono investimenti – ha aggiunto – e non stiamo andando a ripianare una perdita di gestione corrente ma stiamo ammortizzando l’acquisizione delle fiere, grazie alla quale non rischieremo di perderle da un anno all’altro”.
Adolfo Morandi di FI ha espresso timore per situazioni di perdita anche nei prossimi anni: “L’ammortamento di Skipass e di altri marchi – ha detto – non si è concluso nel corso di un anno ma peserà negativamente anche sui bilanci dei prossimi. Il piano industriale va fatto in maniera più precisa – ha proseguito – con una analisi dei centri di costo di ogni evento per capire quanta parte ciascuno abbia nelle perdite e ci vuole più attenzione anche nello sfruttare al 100 per cento la struttura”.
A conclusione del dibattito, l’assessore alle Attività economiche e promozione della città Tommaso Rotella ha sottolineato che ModenaFiere non è una società sostenuta con contribuzione a fondo perduta dagli enti pubblici, ma “un ente che porta avanti una politica di investimenti monitorata e condivisa. Le perdite – ha detto – non arrivano da una cattiva gestione ma da acquisizioni di eventi fiera che hanno aumentato il valore di ModenaFiere, rispetto alla quale, comunque, il Comune non si aspetta l’erogazione di un utile, ma ambisce alla gestione in equilibrio e richiede compartecipazione a scelte strategiche”.