“Insistiamo a chiedere tutta la verità sulla strage di Ustica, quei pezzi di verità che ancora mancano, e non smetteremo di farlo fino a quando non verranno date tutte le risposte alle troppe domande ancora aperte su quanto successo 36 anni fa. Lo dobbiamo alle 81 persone che persero la vita, ai loro cari, all’Associazione dei familiari delle vittime, cui esprimo vicinanza e che continueremo a sostenere nella loro battaglia per la verità, ma lo dobbiamo anche al nostro Paese e alla nostra democrazia, che non può permettersi alcun vuoto o sospensione rispetto al suo passato e a ferite tuttora aperte”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel giorno del 36^ anniversario della strage di Ustica, quando, il 27 giugno 1980, l’abbattimento del Dc9 Itavia in volo da Bologna a Palermo e precipitato nel mar Tirreno provocò la morte delle 81 persone a bordo.
“Un caro abbraccio va a Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime- prosegue Bonaccini- per la tenacia e la forza con cui persegue la verità su quanto accaduto davvero sui cieli di Ustica. Il nostro Paese, le istituzioni nazionali, quelle europee e tutti gli Stati coinvolti devono fare la loro parte, rimuovendo gli ostacoli che impediscono il reale accertamento dei fatti. Ed è positivo l’impegno del Parlamento affinché si arrivi all’approvazione in seconda lettura alla Camera del progetto di legge di ratifica della Convenzione europea sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati dell’Unione europea, che potrebbe semplificare il percorso per la rogatoria internazionale sulla strage di Ustica. Deve infatti essere chiaro che nulla può e deve impedire l’accertamento della verità- chiude il presidente della Regione-, non può essere la verità a fare paura, bensì il fatto di non riuscire a perseguirla fino in fondo”.