“Capisco il desiderio di cavalcare la protesta, ma qui sta superando la misura. Questa Regione lavora bene e in velocità. A fine 2016 avremo messo a bando il 60% delle risorse del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020, così come dichiarato nel Patto per il lavoro sottoscritto con le parti sociali”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli replica alle accusa di ritardi da parte dei gruppi di opposizione in Assemblea regionale. “La Regione sta dando attuazione al Psr 2014-2020 nel pieno rispetto della tabella di marcia prevista. Per noi parlano i fatti: in poco più di un anno abbiamo emanato 15 bandi relativi a 28 operazioni per un impegno complessivo di quasi 460 milioni di euro, che rappresentano il 38,62% della disponibilità totale per l’intera programmazione che è di 1,9 miliardi”.
“La discussione va riportato su un piano più propositivo e utile agli agricoltori– aggiunge Caselli – siamo stati la prima Regione italiana ad aver approvato il Psr e quella con la dotazione più alta di tutto il centro-nord. La sua attuazione sta procedendo a pieno ritmo, con efficienza e guardando agli interessi del mondo agricolo. “Ai 460 milioni di euro già impegnati vanno aggiunti circa 100 milioni di trascinamenti della precedente programmazione, dei quali 24,7, riferiti a 6.484 domande, già liquidati. Entro la fine di giugno pagheremo altri 2,4 milioni. Siamo quindi ampiamente in linea con quanto preventivato”.
Agrea, l’Agenzia dell’Emilia-Romagna per le erogazioni in agricoltura, nonostante la decisione di Bruxelles di prorogare al 15 ottobre il termine ultimo per il saldo della Domanda unica 2015 della Pac, sta lavorando per rispettare la scadenza iniziale del 30 giugno. Al momento sono stati corrisposti a saldo 120 milioni di euro, che si aggiungono ai 162,8 erogati nel mese di novembre scorso a 27 mila aziende come anticipo della Domanda unica, per un totale dunque di circa 282 milioni di euro.
“Per quanto riguarda i danni alla fauna selvatica – conclude Caselli – questa Regione ha rimborsato al 100% tutte le domande relative ai danni provocati dalla fauna protetta. Un elenco che comprende istrice, storno, picchio, gruccione e il lupo pagato dai fondi della Sanità, né orsi né mufloni come da più parti si ironizza. Anche i danni da specie cacciabili quali lepre, fagiano, cinghiale, capriolo, cervo e daino sono stati rimborsati in tutte le zone protette, mentre gli Atc li hanno rimborsati nelle zone di caccia. Quanto ai danni da nutria, la Regione fino a quando questa era inclusa nell’elenco della fauna selvatica li ha pagati. Ora non più, come del resto tutte le altre Regioni, perché un provvedimento nazionale ha incluso questo animale tra le specie infestanti”.