Sono i volti dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, di cui quest’anno si celebrano i 120 anni dalla nascita, e di una donna al voto per l’Assemblea costituente del 2 giugno 1946 a ricordare il 70° anniversario della nascita della Repubblica italiana e del voto alle donne che l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale celebrano con una serie di iniziative in programma fino al 10 giugno. Da oggi fino al 10 giugno, infatti, i visitatori della Regione Emilia-Romagna saranno accolti, tanto all’ingresso, quanto nell’atrio dell’Assemblea legislativa regionale, da due striscioni: Sandro Pertini, comandante partigiano dirigente del Comitato di Liberazione Nazionale, poi nel 1978 eletto presidente della Repubblica con il più alto numero di consensi parlamentari della storia italiana, e quello di una donna al voto a Casinalbo, in provincia di Modena, in occasione del referendum istituzionale che si tenne nel giugno del 1946 per determinare la forma di Stato da dare all’Italia e per l’elezione dei rappresentanti dell’Assemblea costituente. “La Repubblica italiana si basa su un insieme di diritti e di regole che hanno permesso a tutti i cittadini, di ogni orientamento democratico, di vivere nel rispetto e nella collaborazione reciproca. Per questo, oltre che per celebrarne il 120° anniversario della nascita – ha sottolineato Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – abbiamo scelto il volto di Sandro Pertini che della Repubblica fu prima padre nella lotta al nazifascismo e poi strenuo difensore negli anni del terrorismo e dello stragismo. L’anniversario della Repubblica non sarebbe celebrate come si deve se non lo coniugassimo con il ricordo del 70° anniversario del primo voto alle donne, con il quale – prosegue la Presidente – si compì l’unità nazionale iniziata a metà dell’800: perché non si può dire che una nazione sia tale se esclude le donne dal voto e dalla vita pubblica” . “È più che mai importante ricordare questo anniversario – ha dichiarato Emma Petitti, assessore regionale alle Pari opportunità – se si considera che oggi le donne sono 5 su 15 nel Governo in carica, il 31% del Parlamento nazionale e solo il 18% nell’insieme delle Assemblee legislative regionali. In quest’ultimo caso, con forti differenze tra le varie Regioni e con l’Emilia-Romagna che registra il punto più elevato della loro presenza (36%) proprio nell’Assemblea legislativa. Occorre – conclude Petitti – impegnarsi a promuovere e favorire ancora di più il ruolo delle donne nei processi decisionali e nella rappresentanza attiva. Lo dobbiamo a noi e alle nuove generazioni”. Per celebrare l’anniversario, sono previste anche due mostre fotografiche. La prima, “1946-2016: voto alle donne. 70 anni da protagoniste” che l’Assemblea legislativa della Regione ha realizzato in collaborazione con l’Udi di Bologna, è dedicata alla partecipazione delle donne alla vita politica (aperta al pubblico fino al 10 giugno nell’atrio della sede dell’Assemblea legislativa, viale Aldo Moro, 50). La seconda, “Madri della res publica”, è stata realizzata e coinvolge nell’allestimento, oltre alla Regione, anche 38 Comuni dell’Emilia-Romagna che già a partire da questa settimana esporranno sulle facciate dei loro palazzi istituzionali gigantografie in bianco e nero delle prime consigliere elette alle amministrative del 1946. Il progetto della mostra è a cura dall’assessorato alle Pari opportunità in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e con il Centro documentazione donna di Modena, che ha anche donato gratuitamente la foto – proveniente da una collezione privata – della donna al voto esposta in Regione.
Che cosa prevede la normativa regionale in materia di rappresentanza delle donne.
Con legge regionale n. 6 del 27 giugno 2014, la Regione Emilia-Romagna si è dotata di una legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere, prima Regione in Italia ad avere riunito in modo organico tutte le direttive regionali in materia di pari opportunità. La Regione si è data quale obiettivo di legislatura l’attuazione della legge quadro, sia attraverso le funzioni di indirizzo esercitate della Commissione assembleare, sia con gli strumenti di governo in capo alla Giunta. La legge quadro riguarda diversi settori, dal sistema delle rappresentanze al tema della salute e benessere femminile, fino al lavoro e alla conciliazione. La richiesta di uguale rappresentanza politica è stata immediatamente recepita nella legge elettorale regionale approvata il 23 luglio 2014 che impone che nelle liste circoscrizionali, a pena d’inammissibilità, il numero di uomini e donne sia rappresentato in ugual misura. Nelle liste circoscrizionali, quindi, il numero di uomini e donne deve essere uguale se il numero delle candidature è pari; se è dispari, invece, ogni genere deve essere rappresentato in numero non superiore di una unità rispetto all’altro. Inoltre l’elettore può esprimere fino a due preferenze che, in questo caso, devono riguardare candidati di sesso diverso nella stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza.