Termina positivamente un iter iniziato nel 2012 quando l’Inca-Cgil aveva presentato ricorso sul contributo aggiuntivo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno dei cittadini immigrati, chiedendone l’annullamento.
Sulla vicenda si è espressa nello scorso mese di settembre la Corte di Giustizia Europea, dichiarando la soprattassa sui permessi di soggiorno, che varia da € 80 a € 200, come ingiusta e sproporzionata rispetto a quanto richiesto ad un cittadino italiano per il proprio documento di identità.
Adesso anche il Tar del Lazio ha cancellato ogni dubbio circa l’illegittimità del pesante balzello imposto agli stranieri in Italia, accogliendo quindi tutte le richieste di Cgil e Inca e rigettando le obiezioni, a cui si sono aggrappati la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri dell’Economia e degli Interni nell’estremo tentativo di difendere l’odiosa tassa imposta agli immigrati.
“Siamo stati i primi a contestare la misura che da subito abbiamo considerato ingiusta, discriminatoria e incompatibile con le direttive europee – affermano Maura Romagnoli direttore patronato Inca-Cgil Modena e Claudio Riso della segreteria Cgil – per questo riteniamo che si tratti di una vittoria non soltanto del sindacato, ma di tutti i cittadini stranieri presenti in Italia che chiedono di poter affermare il loro diritto all’integrazione, senza dover passare da odiosi ed esorbitanti balzelli”.
“Il dispositivo del Tar a questo punto è immediatamente operativo ed è perciò indispensabile che il Governo e l’amministrazione pubblica si adeguino, senza perdere altro tempo – concludono Cgil e Inca – provvedendo a cancellare da subito la tassa sui permessi di soggiorno predisponendo la procedura per restituire la tassa ingiusta a quanti l’hanno già pagata”.
Cgil e Inca di Modena continueranno a raccogliere i ricorsi di tanti cittadini stranieri che chiedono la restituzione di quanto l’amministrazione pubblica ha indebitamente riscosso.