L’Abbazia di Nonantola: il monumento più importante tra quelli che il terremoto del 2012 ha colpito, per il suo valore storico e monumentale: da qui la scelta di dare vita ad un cantiere che aprisse ai cittadini ed ai visitatori l’importante lavoro di studio e ricerca fatto in via preliminare al progetto e le diverse fasi dell’opera.
“Sono 104 le chiese che necessitano di lavori dopo il terremoto – ha detto il vescovo don Erio Castellucci aprendo l’incontro – e quello di Nonantola non è un cantiere qualunque. Il significato dell’Abbazia per il territorio e per la storia della chiesa modenese permetterà, attraverso il cantiere didattico, di continuare a vivere l’Abbazia, a conoscerla sempre meglio, non solo nella sua struttura materiale, ma anche per l’importanza che ha avuto e continua ad avere nella fede e nella cultura. I ricchissimo patrimonio del Museo e dell’Archivio ne è ancora oggi la testimonianza”.
“In paese si viveva una grande attesa – ricorda don Alberto Zironi, parroco di Nonantola e priore del Capitolo abbaziale – per l’avvio del cantiere, c’era grande entusiasmo già alle prime transenne montate. Le presenza del Capitolo indica la continuità della grande tradizione monastica che ha dato vita all’Abbazia e al percorso culturale e spirituale ad essa connesso”.
“E’ il primo cantiere per il nostro paese – sottolinea Federica Nannetti, sindaco di Nonantola – una comunità che è nata intorno all’Abbazia, come anche la Partecipanza dimostra. Il nostro impegno è per la restituzione dei luoghi significativi del territorio, perché per la nostra comunità l’Abbazia è uno dei poli dell’accoglienza e dell’economia locale”.
L’ingegner Augusto Gambuzzi, responsabile del progetto di ristrutturazione, ha delineato le caratteristiche del complesso progetto di ristrutturazione “La redazione del progetto ha richiesto un lavoro di studio ed analisi, per avere un quadro di conoscenze sulla struttura e le trasformazioni dell’Abbazia lungo gli anni. La zona absidale è la grande malata del complesso: il pesante campanile che vi appoggiava ha compromesso negli anni la struttura muraria. Da qui partono i lavori: le impalcature infatti permettono di completare il lavoro di analisi che la Soprintendenza ci ha richiesto prima dell’avvio degli interventi. La natura del sisma unita alle tecniche di costruzione ha determinato i danni maggiori, perché la gravità era il collante principale dell’edificio. L’analisi al laser attraverso le primitive, ovvero le forme geometriche di base iniziali, ha permesso inoltre di scoprire le deformazioni non visibili ad occhio nudo e difficilmente rilevabili con gli strumenti tradizionali. La fine del cantiere? Vogliamo farcela per maggio 2017”.
Insieme ai lavori sulla struttura anche quelli sull’immagine nel web di abbazia e Museo: “Si tratta di una chiusura parziale per lavori – ha precisato Simona Roversi, direttrice dell’Ufficio Beni culturali della diocesi, perché i pannelli permetteranno di monitorare l’andamento del cantiere e gli interventi, senza dimenticare la storia dell’Abbazia e del polo culturale ad essa connesso. Da qui il desiderio di una nuova immagine del complesso anche sul web, senza dimenticare la lettura spirituale, accanto a quella storico-artistica”. “Il nuovo logo – spiega Filippo Partesotti, che ha curato il restyling, parte dall’immagine riconoscibile della facciata, mantiene i colori scelti e lo stile grafico che rimanda alle pergamene, uno dei tesori qui custoditi”.