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Regione, la nomina dei direttori generali è legittima: il Tar respinge l’annullamento richiesto dal sindacato DIRER

Sede-Regione-E-RE’ pienamente legittima la nomina dei direttori generali della Regione decisa lo scorso 25 gennaio dalla Giunta.

Lo ha stabilito il Tar dell’Emilia-Romagna, respingendo la richiesta di sospensiva presentata dal sindacato dei dirigenti DIRER, secondo il quale la scelta dell’esecutivo regionale sarebbe stata non conforme alle norme.

Viceversa, il Tar ha sancito la regolarità della nomina ai vertici delle nuove Direzioni generali (‘Gestione, sviluppo e istituzioni’; ‘Cura del territorio e dell’ambiente’; ‘Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa’; ‘Agricoltura’), istituite nell’ambito della riorganizzazione della macchina regionale, respingendo la richiesta di annullamento degli incarichi, previa sospensione dell’efficacia.

Allo stesso modo, ha respinto la richiesta di annullamento della delibera della Giunta sulle ‘Linee di indirizzo della riorganizzazione della macchina amministrativa regionale’ e dei successivi atti collegati.

Il Tar ha infatti stabilito che “i ricorrenti non hanno comprovato che dal provvedimento impugnato derivi ad essi un pregiudizio connotato da particolare gravità e attualità”, rilevando, si legge sempre nell’ordinanza, “l’inconsistenza – al fine della valutazione circa l’esistenza di pregiudizio di particolare gravità – dell’argomentazione rilevante che il conferimento degli incarichi di direttore generale sia avvenuto in favore di soggetti esterni alla Regione”.

Oltre a rigettare l’istanza, il Tar ha condannato il sindacato DIRER al risarcimento, in favore della Regione, delle spese di giudizio.

“Questo pronunciamento- afferma il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Andrea Rossi- conferma la regolarità del nostro operato, nomine fatte seguendo norme e procedure peraltro mai contestate, rispetto ad incarichi di carattere fiduciario. Eravamo quindi di fronte ad attacchi pregiudiziali, nel momento in cui abbiamo varato una riforma che ha dimezzato le direzioni regionali e, più in generale, ridotto i servizi, ruotato gli incarichi, aperto spazi di crescita per le posizioni intermedie e quindi avviato un percorso che porterà al ricambio nei ruoli dirigenziali. Il tutto con un risparmio a regime di 36 milioni di euro”.

 

















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