“La situazione e’ insostenibile per gli aspiranti professori che hanno fatto richiesta nella speranza di vincere il concorso per docenti della scuola pubblica. Le prove scritte per la corsa alla cattedra, che effettueranno una prima scrematura tra i candidati, in regione come in tutta Italia, sono iniziate a fine aprile e si concluderanno il 31 maggio. In Emilia-Romagna sono in corsa 13.341 persone ma sono solo 4.033, i posti disponibili sparsi in tutta la regione (63 mila in tutta Italia). In pratica solo uno su tre dei partecipanti al concorso riuscirà ad aggiudicarsi l’agognato posto fisso”: a lanciare l’allarme è Tullia Bevilacqua, Segretario Confederale Regionale Ugl Emilia Romagna.
La protesta cova sotto la cenere e l’alto grado di dissenso di migliaia e migliaia di insegnanti che reclamano il proprio diritto ad essere assunti in quanto abilitati dopo un lungo e duro percorso selettivo è sfociata in scioperi, ricorsi e manifestazioni di docenti precari che vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica la violazione dei principi costituzionali da parte del governo Renzi, i quali prevedono, oltre al concorso per esami, anche quello per titoli, vale a dire le graduatorie di merito.
A metà circa dell’espletamento delle prove relative al Concorso non si contano le segnalazioni di anomalie e irregolarità in tutta Italia e fra gli apiranti docenti di ruolo c’è chi si dice pronto a presentare esposti – anche in procura – segnalando i casi più gravi, come per esempio: “la violazione dell’anonimato e la mancanza di commissari, la mancanza delle griglie di valutazione, per tutte le classi di concorso, il mancato rispetto del preavviso di 15 giorni per l’assegnazione della sede e/o il cambio di sede sempre senza il mancato rispetto dei 15 giorni di preavviso”.
Il 17 maggio la Corte Costituzionale si doveva pronunciare sull’annosa questione dei contratti a termine per i docenti precari italiani.
Ma la la decisione della Corte Costituzionale sull’ all’abuso di precariato nella scuola italiana. è slittata: la Consulta ritiene siano necessari ulteriori approfondimenti.
Si tratta di decidere se le modalità messe in atto dal Governo Renzi con la cosiddetta “Buona Scuola” siano sufficienti per arginare il fenomeno delle supplenze reiterate che, qualora superassero i 36 mesi, condurrebbero i docenti precari a richiedere la stabilizzazione.
Viste le precedenti centinaia di sentenze favorevoli agli insegnanti ottenute nei tribunali di tutta Italia, con i giudici che hanno condannato il ricorso reiterato a contratti a termine per i lavoratori della scuola da parte dello Stato Italiano e disposto relativi indennizzi. E sono ancora migliaia i ricorsi pendenti che potrebbero risolversi a favore di cospicui risarcimenti, anche per chi è già stato assunto a tempo indeterminato.
“Esce allo scoperto l’inadeguatezza del programma di riforma della scuola voluto dal governo Renzi che non risolve il problema dei precari e i disagi sopportati dal personale ATA e non scioglie il nodo del rinnovo del contratto ormai scaduto da 7 anni che comporta, secondo i dati del conto annuale del Mef e per gli effetti dell’aumento dell ‘ inflazione , una riduzione della retribuzione dei lavoratori della scuola pari al 4,71% pro-capite , con un taglio medio di 1.440 euro all’anno, dai 30.570 euro del 2009 ai 29.139 del 2014. Con un decremento salariale che pone l’Italia agli ultimi posti in Europa. Per non parlare degli investimenti ridotti ogni anno di più dal governo nell’intero comparto della scuola pubblica”: commenta il Segretario Confederale Regionale Ugl Emilia Romagna Tullia Bevilacqua.