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Welfare, il presidente Bonaccini e la vicepresidente Gualmini incontrano il Forum del Terzo settore

3settoreUna verifica puntuale sull’attuazione degli obiettivi proposti oltre un anno fa dal Forum  del Terzo settore, che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, aveva in gran parte condiviso: questo lo scopo dell’incontro pubblico organizzato dal Forum oggi pomeriggio a Bologna (nella sede dell’AVIS Emilia-Romagna) e al quale, oltre a Bonaccini, ha partecipato anche Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Giunta regionale e assessore al Welfare.
Molte delle indicazioni contenute nel documento ”#12proposte per il futuro della Regione”  elaborato dal Forum del Terzo settore, ente al quale fanno capo oltre 75 organizzazioni nazionali di volontariato, cooperazione sociale e associazionismo, si sono trasformate in azioni e provvedimenti concreti, in parte già attuati o comunque avviati, da parte della Regione Emilia-Romagna. Al centro dell’azione di governo il lavoro, la crescita e l’occupazione insieme a misure a sostegno del welfare  contro la povertà.
“Abbiamo lavorato per l’obiettivo, condiviso con il Forum del Terzo settore a metà 2015, di dimezzare l’occupazione entro la fine della legislatura- ha affermato Bonaccini – nel 2015 per la prima volta dopo 8 anni l’occupazione è scesa sotto l’8%, quest’anno confidiamo di avvicinarci al 7%”.
Significativi infatti gli impegni fissati dal ‘Patto per il lavoro’ per  avviare una nuova generazione di politiche per lo sviluppo, integrate e cofinanziate anche dai fondi europei partendo dall’individuazione di ambiti di intervento convergenti non solo in termini di priorità e obiettivi, ma anche di procedure e tempi di attuazione. Dalla firma del Patto, sono oltre 1 miliardo e 763 milioni di euro le risorse mobilitate per lo sviluppo in Emilia-Romagna.
Tra i principali, illustrati dal presidente della Regione, il taglio dell’Irap alle Asp e al privato sociale, il raddoppio dei fondi per la cultura (5 milioni di euro in più rispetto all’aumento già previsto nel 2015 di oltre 10 milioni). Si aggiunge poi l’aumento degli investimenti per lo sport: oltre 5 milioni di euro per progetti di attività motoria e sportiva, manifestazioni sportive e grandi eventi per la diffusione della cultura dello sport e opere di ampliamento e costruzione di impianti sportivi destinati a soddisfare ampi bacini di utenza.
“Il Terzo settore è per noi una delle eccellenze del nostro sistema sociale che deriva da una forte tradizione emiliano-romagnola di impegno civile, spirito civico e di capitale sociale che nessuno ha mai eguagliato- ha sottolineato ancora Bonaccini-. La solidarietà, la disponibilità a ‘prendersi carico di’ o ‘cura di’ è un tratto caratteristico della società emiliano-romagnola, è iscritto nel suo Dna. Continueremo- ha proseguito il presidente- a interagire con il mondo del volontariato, della cooperazione sociale e dell’associazionismo in maniera sempre più snella ed efficiente, perseguendo obiettivi concreti, lavorando insieme su priorità ben identificate e tenendo sempre d’occhio i bisogni concreti e reali dei cittadini”.
Sul versante delle politiche sociali, in questi diciotto mesi di mandato, la Giunta si è impegnata a riqualificare ulteriormente il welfare regionale,confermando il fondo per la non autosufficienza (complessivamente 460 milioni, di cui 120 regionali) e lavorando all’introduzione, per la prima volta, del reddito di solidarietà per le persone in situazione di povertà, con un investimento che, con le risorse nazionali, arriverà a 70 milioni di euro.
“Un incontro molto importante quello di oggi con il Forum del Terzo settore- ha detto Elisabetta Gualmini– si è fatto un check up alla giunta regionale. Si è parlato degli obiettivi fino a qui realizzati, il Patto per il lavoro, la soppressione dell’Irap nella sua parte regionale, le nuove misure contro l’esclusione sociale. Il Terzo settore- ha aggiunto la vicepresidente della Regione- è un pilastro fondamentale del sistema di welfare regionale, da almeno vent’anni gestisce ed eroga servizi pubblici e, senza le sue funzioni, sarebbe un problema per le istituzioni rispondere alle esigenze dei cittadini. Siamo davvero grati- ha concluso Gualmini- a tutto il mondo delle associazioni, cooperative, organizzazioni di volontariato che lo compongono e allo sforzo appassionato delle sue migliaia di operatori”.

 

Dati Terzo settore

Il Terzo settore e in particolare il mondo del volontariato sono, sul piano quantitativo, molto più consistenti e numerosi in Emilia-Romagna rispetto alle altre regioni italiane.

Lo dimostrano i dati forniti dall’Osservatorio regionale sull’Economia sociale, riferiti all’anno 2014, secondo i quali il Terzo settore vanta un giro d’affari di 2,6 miliardi di euro, tre milioni di soci, oltre 400mila addetti, di cui 64mila retribuiti.

Le associazioni di promozione sociale sono circa 3.600, per lo più operanti nell’ambito delle attività ricreative, della cultura e dello sport. I soci sfiorano i due milioni, con alcune aree forti nel reggiano, nella dorsale che unisce Carpi a Pavullo passando per Modena, nel forlivese. Larga parte dell’attività delle Associazioni di promozione sociale (APS) è rivolta a tutta la popolazione, anche se sono diffuse le attività dedicate a categorie particolari di utenza, minori, anziani autosufficienti, disabili e immigrati. Nel 43% dei casi l’attività è svolta in convenzione con Enti locali o Istituzioni pubbliche; nelle entrate delle APS la presenza del pubblico incide per circa un sesto.

Le organizzazioni di volontariato sono oltre 3mila, concentrate maggiormente nelle città. I soci superano il milione, i soci volontari attivi nelle organizzazioni sono 140mila. Gli ambiti nei quali operano le Organizzazioni di volontariato riguardano principalmente la sanità, l’assistenza sociale e la protezione civile. Quasi la metà di esse lavora in convenzione con Istituzioni pubbliche o private. Le entrate dal pubblico incidono per circa la metà delle entrate complessive.

La cooperazione sociale continua a crescere. Le quasi mille cooperative realizzano un fatturato che sfiora i due miliardi, grazie al lavoro di quasi 43mila addetti. Le aree forti della cooperazione sociale, tenendo conto della popolazione di riferimento, sono – scendendo lungo la via Emilia – le città di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, a cui si aggiunge l’area che unisce il faentino con il forlivese e la città di Rimini.

Nel 2014, rispetto all’anno precedente, l’occupazione è aumentata del 4,3%, il fatturato del 2,3%, una crescita diffusa in quanto il 69% delle cooperative ha chiuso in utile.

Ogni quattro occupati tre sono di genere femminile, i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’83% del totale. Quasi il 70% delle entrate deriva da convenzioni con il Pubblico e da corrispettivi per le attività prestate.

 

 

 

 
















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