Gli scioperi proclamati a Modena? Ingiustificati e strumentali, perché Seta ha sempre rispettato le corrette procedure di confronto sindacale, tanto nella forma quanto nella sostanza: l’azienda si è sempre presentata ai numerosi incontri fissati, ha aperto un dialogo di tipo tecnico con i rappresentati dei lavoratori, ne ha accolto alcune proposte (laddove possibili ed economicamente sostenibili). Ciò che è emerso dal tavolo negoziale, invece, è che le argomentazioni delle Organizzazioni Sindacali sono prive di chiarezza, frammentarie e senza l’organicità necessaria per un confronto proficuo e risolutivo. Da qui la richiesta, da parte di Seta, di chiarire in modo puntuale le reali rivendicazioni, affinché ogni tema possa essere affrontato con la massima disponibilità al confronto e nell’interesse del servizio pubblico.
E’ questo, in sintesi, il contenuto di una lettera aperta, inviata alle segreterie regionali e provinciali dei sindacati di categoria da parte di Vanni Bulgarelli e Roberto Badalotti (rispettivamente, Presidente e Direttore Generale di Seta), per fare il punto sullo stato attuale delle relazioni in corso tra l’azienda ed i rappresentanti dei lavoratori. Nella lettera, Bulgarelli e Badalotti ripercorrono le tappe della vertenza in atto: aperta a gennaio dopo l’entrata in vigore dei nuovi turni di lavoro nel bacino provinciale di Modena e della direttiva interna sull’utilizzo dei telefoni cellulari; proseguita con l’incontro in Prefettura del 5 febbraio; culminata nella proclamazione di due scioperi provinciali, l’8 di marzo e l’11 aprile, motivati pubblicamente con una pluralità di argomenti (turni di lavoro, modalità di comunicazione delle malattie, gestione dei buoni pasto, vetustà del parco mezzi), non tutti riconducibili alla vertenza in corso.
Una vertenza la cui vera motivazione – scrivono Bulgarelli e Badalotti – “risiede in una richiesta che va oltre il contratto di lavoro vigente e che comporterebbe un sensibile aumento di costi da parte dell’azienda, alquanto insostenibile e del tutto ingiustificato”.
Dopo aver ricordato che, per stessa ammissione dei sindacati (come risulta dal verbale siglato congiuntamente in Prefettura), i turni di lavoro previsti rientrano nelle previsioni normative, si rileva inoltre come “stante l’attuale organizzazione del lavoro del deposito di Modena, per circa l’85% dei casi il lavoratore ha sempre a disposizione metà della giornata per il proprio tempo libero”. Il contratto aziendale, infatti, prevede per il servizio urbano un nastro lavorativo massimo di 8 ore, con un limite di 6 ore e 30 minuti per quanto riguarda l’attività di guida. Considerando anche il monte orario di riposi giornalieri retribuiti fruibili, ne risulta che l’orario medio settimanale si attesta a 37 ore e 30 minuti per ogni autista del servizio urbano.
Il Presidente ed il Direttore Generale di Seta, quindi, contestano fermamente la presunta indisponibilità dell’azienda al confronto, invitando le Organizzazioni Sindacali ad attenersi ad una corretta e coerente metodologia delle relazioni industriali “per concentrarsi, in uno sforzo comune, sulle principali tematiche di interesse generale che attengono ad una buona gestione e che non possono essere ulteriormente rinviate”.