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Slc/Cgil Sassuolo: stato di agitazione alla serigrafia Srs di Fiorano Modenese

Quale futuro per la Srs di Fiorano Modenese?
Questa è la domanda che la Slc-Cgil e i lavoratori si pongono dopo l’incontro con la direzione aziendale del 1° aprile in cui l’azienda ha presentato una procedura di riduzione di personale per ulteriori 18 lavoratori e la conseguente cessazione dei reparti di ricerca e grafica fino ad oggi il core business dell’impresa del distretto ceramico.
“Diverse infatti – scrive in una nota il sindacato – sono state negli ultimi anni le procedure di mobilità, per stare alla più recente quella di dicembre con un accordo di uscita per 10 lavoratori volontari e la chiusura del reparto cilindri.
L’azienda occupa ad oggi 53 lavoratori di cui 15 assunti nel solo anno 2015, guarda caso il Jobs Act! che prevede minori tutele per i lavoratori”.

“Siamo ben coscienti – afferma Marcello Rosvich della Slc/Cgil – che la crisi dell’azienda parte da lontano e si colloca all’interno delle profonde trasformazioni tecnologiche che da un po’ di anni a questa parte hanno colpito il settore serigrafo che in passato vedeva come attività principale la produzione di retini serigrafi e la produzione e incisione di rulli siliconici per il mondo ceramico, ma che con l’avvento delle macchine digitali ha visto sempre più le aziende del settore dismettere queste tecnologie e spostare le proprie risorse sulla produzione di grafica per piastrelle, scelta che ha permesso alle altre aziende di non attivare ad oggi ammortizzatori sociali”.

“Per queste ragioni – prosegue il sindacalista – è assolutamente incomprensibile la scelta controtendenza di SRS che dall’avvento della crisi continua ad non avere una chiara linea strategica”.

“Sono stati infatti presentati piani industriali che puntualmente sono stati disattesi – prosegue Slc-Cgil – come l’ultimo piano industriale presentato non più di un anno che prevedeva un nuovo e più evoluto reparto grafico denominato B14 che però a distanza di così poco tempo l’azienda non ritiene sia più proficuo, procedendo alla sua cessazione.
Lo stesso reparto della ricerca che l’azienda definiva fiore all’occhiello e punto nevralgico dell’impresa viene ora cessato. O infine, la creazione di una partnership con altre aziende del territorio per la produzione di cilindri siliconici, frutto di un accordo sindacale a fine dicembre che prevedeva il trasferimento del personale alle dipendenze di una nuova realtà imprenditoriale”.

“Cosa che però ad oggi siamo ancora in attesa che si verifichi” aggiunge Rosvich.

“Crediamo che queste azioni rappresentino in maniera chiara la schizofrenia con cui questa azienda, un tempo leader nel settore, cerchi di affrontare le problematiche, – spiega Rosvich – azioni che fino ad oggi hanno avuto come unica conseguenza l’utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali e la perdita di posti lavoro, in parte dovuti alle procedure di mobilità, in parte alla migrazione di lavoratori verso aziende più solide”.
“Oggi crediamo non sia più il tempo di estemporanei tentativi, ma il tempo del coraggio. Se veramente la proprietà di Srs crede in questa azienda, crede nei suoi dipendenti, lo dimostri presentando un piano industriale serio che non preveda la fuoriuscita di altro personale, ma l’ingresso di capitali e investimenti, oppure l’utilizzo di quelli già a sua disposizione per rilanciare l’azienda verso le sfide del mercato proprio come le vere aziende leader fanno in questi casi”.
Dopo l’assemblea dei lavoratori che si è tenuta ieri con alta partecipazione, è stato proclamato lo stato di agitazione e chiesto che nei prossimi incontri l’azienda si presenti con garanzie sul futuro, in caso contrario i lavoratori e la Slc/Cgil sono pronti a passare a più incisive azioni di lotta.

















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