Il nuovo Regolamento per il sostegno economico a persone e famiglie in stato di bisogno è stato approvato il 30 marzo scorso nel corso del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine. Finora l’ente associato non aveva uno strumento che disciplinasse la materia e ognuno dei quattro Comuni membri dunque utilizzava un proprio Regolamento. C’era bisogno dunque di uno strumento che uniformando le procedure garantisse parità di trattamento (pur salvaguardando le peculiarità territoriali) e meglio rispondesse al mutato contesto economico e sociale degli ultimi anni.
In 24 articoli il nuovo Regolamento prova a fare tutto questo: “seguiranno altri strumenti simili nel campo delle politiche sociali, frutto del lavoro di coordinamento tra i territori – ha spiegato presentando in aula la delibera l’assessore a Sociale e Sanità Alberto Bellelli – Anche sulla scorta di esperienze fatte nelle Terre d’Argine come il Bando Anticrisi che ci ha permesso di strutturare e condividere concetti come la canalizzazione diretta o la cittadinanza attiva di chi riceve contributi e sostegni”. Nel primo caso si cerca di non dare soldi alle persone che chiedono ma di fornire loro servizi pagando i fornitori e le bollette; nel secondo responsabilizzando le persone prese in carico, con le quali si firma un vero e proprio Patto che porta ad un Progetto assistenziale individualizzato (PAI) e che prevede ad esempio che le persone disoccupate dimostrino di stare cercando veramente un lavoro e si impegnino a fare attività di volontariato a favore della comunità. “Gli assistenti sociali diventano così – ha detto Bellelli – veri e propri ‘case manager”.
Paola Elisa Rossetti, funzionaria dell’Ufficio Piano di Zona dell’Unione, ha poi delineato in breve i vari articoli del Regolamento: ricordando come il PAI si realizzi attraverso una vera e propria indagine sociale; come l’utente venga poi preso in carico se non raggiunge un dato reddito ISEE e se l’Unione accerta un suo stato di bisogno effettivo; che è una Commissione Tecnica di Valutazione che esamina i progetti presentati dagli assistenti sociali e li accetta o meno; come infine i contributi possano essere voucher ordinari o straordinari o l’erogazione di beni e servizi di prima necessità attraverso esperienze già avviate come il Social Market di Soliera o il progetto Carpi Non Spreca.
Rispondendo ad alcune domande dei consiglieri Medici (M5S) e Verrini (Carpi Futura) l’assessore Bellelli ha poi ricordato come l’Unione nel 2015 abbia speso 477 mila euro per dare sostegno economico e famiglie e singoli con 1456 domande accolte e 423 rifiutate. In tutto sono 822 le persone o i nuclei che sono stati seguiti l’anno scorso (senza considerare le risorse messe a disposizione dal Bando Anticrisi da ente associato e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi: ovviamente a questa cifra si devono poi assommare altri contributi in arrivo da altre fonti e strumenti, ad esempio il Fondo per non autosufficienti della Regione, ndr.). 22 gli assistenti sociali in servizio nei 4 Comuni, mentre 8 in tutto sono i responsabili territoriali e di area (Adulti, Handicap, Minori e Anziani).
Al termine del dibattito il Regolamento è stato approvato all’unanimità.