Il 3 aprile ognuno correrà con i suoi tempi, ma tutti insieme avremo un obiettivo comune: ricordare i 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl e sostenere l’accoglienza dei bambini che vivono nelle zone ancora oggi contaminate da radiazioni, per donare loro momenti di salute e di serenità.
Il Comitato di Finale Emilia della Fondazione Aiutiamoli a Vivere invita la cittadinanza a partecipare alla corsa non competitiva che si svolgerà il 3 aprile 2016 a Castello d’Argile. Un momento di sport, di festa e di condivisione per tutti, un’occasione per conoscere meglio l’impegno del comitato a favore dei bambini bielorussi e se si vuole… per lasciarsi coinvolgere in un’esperienza di solidarietà che ti cambia la vita.
Chernobyl 30 anni dopo
Il 26 aprile 2016 è il trentennale del terribile incidente di Chernobyl, il reattore nucleare che esplose nell’allora Unione Sovietica. La Bielorussia fu la nazione più colpita: gli effetti di lungo periodo delle radiazioni – tumori, cardiopatie, disturbi del metabolismo – sono ancora presenti e pesanti, sebbene occultati da una disinformazione figlia di potenti interessi economici e politici.
L’onda lunga delle radiazioni può ancora uccidere
I governi e le istituzioni internazionali hanno sempre minimizzato gli effetti di lungo periodo delle radiazioni nelle aree contaminate, ma gli studi di moltissimi ricercatori indipendenti hanno portato alla luce danni ben più gravi di lungo periodo. In particolare, il medico e ricercatore bielorusso Yuri Bandazhevsky ha scoperto che il Cesio 137, una delle sostanze radioattive fuoruscite dal reattore nel 1986, viene incorporato negli anni attraverso l’alimentazione, distruggendo progressivamente gli organi vitali. Bandazhevsky ha descritto la “cardiopatia da Cesio”, una nuova patologia che genera insufficienza cardiaca irreversibile a partire da una certa soglia e durata di intossicazione, e può provocare la morte, anche nei bambini.
Il soggiorno terapeutico, dono di vita e di salute
Almeno 500mila minori bielorussi vivono tutt’oggi in zone contaminate. Per questo hanno ancora bisogno del soggiorno terapeutico in Italia, nonostante le loro famiglie ne siano oggi meno consapevoli. La popolazione, infatti, tende a non considerare più il rischio perché le radiazioni non alterano, in modo percepibile, gli alimenti o l’acqua. Aiutiamoli a Vivere rilancia l’accoglienza in famiglia con la campagna #fratellinidiChernobyl. Il dono di salute è concreto: le analisi svolte sui bambini ospitati in Italia dimostrano un abbattimento della concentrazione corporea di Cesio 137 tra il 30 e l’80% nella grande maggioranza dei casi.
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CHI SIAMO
Fondazione Aiutiamoli a Vivere è una rete nazionale di famiglie, nata a Terni nel 1992 con la missione di aiutare le popolazioni bielorusse vittime della catastrofe nucleare di Chernobyl, accogliendo in Italia i minori residenti nelle zone contaminate, per soggiorni terapeutici. Da allora abbiamo ospitato 60mila bambini presso altrettante famiglie italiane, organizzate in 170 comitati territoriali in 17 regioni. Negli anni, abbiamo affiancato all’accoglienza una serie di progetti di cooperazione con la Bielorussia: tra gli altri, il Tir della speranza, il progetto Scuola Fabbrica, l’adozione di studenti universitari.