Si rivolge alle oltre 13 mila imprenditrici agricole emiliano romagnole, che rappresentano in regione il 22% delle imprese, la presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna Rosanna Scipioni intervenendo sulla gestione consapevole delle diete “alternative”, vegetariana e vegana, al congresso internazionale “World Allergen Food” che si chiude oggi a Padova. Obiettivo: costruire insieme un nuovo progetto di educazione alimentare rivolto a famiglie, donne in gravidanza e ragazzi che sia in grado di valorizzare e promuovere il consumo di proteine animali, quando invece mode e tendenze in atto vanno purtroppo in tutt’altra direzione.
<Dieta vegana e vegetariana? Sono solo un danno scientificamente provato per tanti bambini e adolescenti. Infatti, la necessità dell’uomo di alimentarsi con prodotti di origine animale ha origini ancestrali, ed è testimoniata dal processo di sviluppo encefalico associato al consumo di midollo, carne e pesce che ha segnato l’evoluzione dell’Uomo facendoci diventare ciò che siamo oggi> ha sottolineato la presidente Rosanna Scipioni, che nella vita è imprenditrice agricola e docente universitaria, a sostegno del messaggio che a nome di Confagricoltura Donna Emilia Romagna sta lanciando dall’inizio del suo mandato.
<Ogni adulto è artefice delle proprie scelte più o meno assennate, ma in queste scelte non devono essere coinvolti i bambini! I figli allattati da madri vegane e vegetariane manifestano gravissime carenze, e il limitato consumo di proteine animali da parte di bambini e di adolescenti causa ritardi nell’accrescimento e nello sviluppo neuropsichico, arrivando a compromettere lo stato complessivo di salute, come dimostrano anche fatti recentemente descritti dalla cronaca italiana>.
Nella relazione ha infine sottolineato: <Ci siamo evoluti grazie a una nicchia alimentare che comprende un consumo importante di alimenti di origine animale (carne, pesce, latte e latticini, uova), con il valore aggiunto, per l’Italia, di una qualità eccelsa e di una salubrità garantite dal lavoro di produttori del settore che difficilmente trovano eguali nel mondo. Ci si deve pertanto impegnare contro una campagna mediatica negativa e scientificamente immotivata, che oltre a minacciare la salute del consumatore compromette l’esistenza stessa di tanti operatori agroalimentari>.