Anche quest’anno arriva puntuale la Giornata Mondiale dell’Acqua a ricordarci un lungo elenco di dati numerici allarmanti su scala globale che preoccupano non poco anche il delicato equilibrio della risorsa nel nostro paese. L’acqua dolce, utilizzabile dall’uomo, rappresenta nel mondo soltanto il 3% di quella presente e di questa più della metà è relegata sotto terra o congelata nei ghiacciai. Inoltre solo dieci paesi, con in testa Cina, Brasile e Russia, si dividono oltre il 60% delle risorse idriche del pianeta, mentre gran parte del resto del mondo o arranca o non ha proprio possibilità di avere accesso ad acqua potabile. Oggi quasi il 90% dell’utilizzo della risorsa è destinato all’uso industriale, energetico e per la produzione di cibo. Una stima – evidenziata dall’ONU nel suo rapporto aggiornato- che evidenzia come, da qui al 2050, anche l’uso per l’industria manifatturiera dell’acqua subirà un incremento del 400%. Da qui la necessità di una modulazione dell’utilizzo dell’acqua, argomento parzialmente affrontato nel più recente summit di Parigi Cop 21 sul clima e i suoi mutamenti. Nel nostro territorio una vera eccellenza scientifica IRRINET-IRRIFRAME (studiata ed elaborata dai ricercatori del CER a Bologna ed estesa progressivamente a sistema in Italia e oggi presa a modello in Europa e non solo) ha consentito di risparmiare in un anno solare oltre 500 milioni di metri cubi di acqua per utilizzo irriguo e se consideriamo che la gran parte del Made in Italy agroalimentare dipende proprio dalla disponibilità irrigua è palese l’importanza dell’ innovazione tecnologica fruibile e gratuita validata dall’Unione Europea e recentemente richiesta da Paesi del bacino del Mediterraneo. Oggi IRRINET-IRRIFRAME è attivo in 15 regioni italiane, su 2 milioni di ettari, pari al 60% della superficie irrigua nazionale, i cui 3.363.273 ettari sono serviti dalla rete dei consorzi di bonifica fatta di 82mila km di canali e 53mila di condotte tubate. L’Emilia Romagna, che conta su una rete di corsi d’acqua artificiali e condotte di quasi 21mila km, ha oggi centinaia di imprese agricole già proiettate nel futuro del risparmio idrico e dell’ottimizzazione dell’uso della risorsa. Nel corso dell’incontro bolognese (nel giorno di San Benedetto da Norcia – Santo Patrono dei bonificatori), la rete dei Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna ha rinnovato i vertici di ANBI regionale (Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue), l’associazione che rappresenta, coadiuva e coordina, le molteplici attività di salvaguardia effettuate sul territorio dai singoli enti consortili. Alla presidenza dell’ANBI ER è stato rieletto all’unanimità per un altro mandato della durata di cinque anni Massimiliano Pederzoli, 56 anni – titolare di una impresa agricola di Brisighella – che nei giorni scorsi era stato riconfermato alla guida del Canale Emiliano Romagnolo per quanto fatto negli ultimi anni in termini di innovazione, ricerca scientifica e capacità progettuale legata all’allungamento dell’asta del canale nel riminese. Pederzoli sarà affiancato da due vicepresidenti: Giovanni Tamburini (presidente del Consorzio di Bonifica Renana) e Roberto Brolli (presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna). Hanno preso parte all’elezione dei vertici ANBI Emilia Romagna: Fausto Zermani (Consorzio di Bonifica di Piacenza) Luigi Spinazzi (Consorzio di Bonifica Parmense) Franco Zambelli (Comm. Straordinario Consorzio Emilia Centrale) Francesco Vincenzi (Consorzio di Bonifica della Bonifica Burana) Giovanni Tamburini (Consorzio di Bonifica della Bonifica Renana)Franco Dalle Vacche (Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara) Alberto Asioli (Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale) Roberto Brolli (Consorzio di Bonifica della Romagna)Massimiliano Pederzoli (Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo)Ettore Boselli (Ronchi-Soarza e San Giuliano)Carlo Niccolai (Canale Molini) ed il professor Enrico Giuliano Santini. “Tra le priorità di inizio mandato – ha sottolineato Pederzoli dopo l’elezione – c’è un rinnovato e potenziato impegno verso le zone montane colpite da dissesto idrogeologico, la partecipazione alle attività di pianificazione per la applicazione delle direttive Acqua e Alluvioni e l’incentivazione delle attività di divulgazione alle giovani generazioni e ai protagonisti della gestione territoriale del domani dei valori dell’acqua e delle attività svolte dai Consorzi a salvaguardia del territorio, sostegno all’economia e difesa idraulica delle nostre comunità”.