Il Nucleo di Polizia Tributaria di Ferrara ha sequestrato e contestualmente sottoposto a confisca, su ordine del Tribunale di Ferrara, una villa e un immobile che un ferrarese, già condannato per reati di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico e calunnia, aveva fittiziamente intestato a prestanomi.
Il valore dei beni confiscati ammonta a 13 milioni di euro, fra cui un complesso immobiliare di particolare pregio costituito da una villa padronale con parco e piscina e altri tre corpi di fabbrica con decine di appartamenti nonché di altre abitazioni in pieno centro a Ferrara.
L’indagine che ha portato il Procuratore della Repubblica di Ferrara a richiedere l’emissione del provvedimento, ha permesso di ricostruire tutte le ricchezze illecitamente accumulate dal “pregiudicato” che attraverso una fitta rete di società (anche estere) create ad hoc e amministratori compiacenti ha più volte venduto e ricomprato i cespiti confiscati per impedire l’aggressione del patrimonio immobiliare allo stesso riconducibile.
Le investigazioni hanno consentito di accertare che le operazioni di compravendita e di dazione dei mutui fondiari (ottenuti sulla base di false perizie per aumentare il valore degli immobili) erano state poste in essere le prime per frodare il fisco e le seconde per ottenere ulteriori liquidità da investire in altri affari.
La provenienza illecita del denaro utilizzato per acquisire il consistente patrimonio immobiliare e la notevole e ingiustificata sperequazione fra beni posseduti ed il reddito dichiarato dalla persona indagata, sono le ragioni che hanno permesso al Tribunale di Ferrara di emanare la misura di prevenzione patrimoniale, che trae i suoi fondamenti dalla legislazione antimafia (Decreto Legislativo n. 159 del 6 settembre 2011).
Con tale norma il legislatore ha voluto colpire le persone (non solo mafiose) ma anche quelle “socialmente pericolose” che sulla base di elementi di fatto, siano abitualmente dedite a traffici delittuosi e dispongano direttamente o indirettamente di beni, il cui valore risulti sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta ovvero quando, sulla base di sufficienti indizi, si ha motivo di ritenere che gli stessi siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Periodico quotidiano Sassuolo2000.it
Reg. Trib. di Modena il 30/08/2001
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