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Stefano Betti nuovo presidente di Ance Emilia-Romagna

Stefano-Betti-AnceÈ il modenese Stefano Betti, ingegnere titolare dell’impresa Costruzioni Generali Due srl, il nuovo presidente di Ance Emilia-Romagna. Lo ha deciso l’assemblea regionale dei costruttori edili che si è riunita oggi a Modena. Betti succede al forlivese Giovanni Torri e rimarrà in carica fino al 2019.

Completano la squadra di governo dell’associazione emiliano-romagnola i vicepresidenti Stefano Borghi (Effebi srl) di Bologna, e Matteo Raffi (Edil Luretta srl) di Piacenza, oltre a Paolo Martinelli (Impresa Martinelli Franco srl) di Ferrara, che assume la carica di tesoriere.

Il presidente Betti, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta a fine assemblea, ha rimarcato con forza la gravità della crisi del settore edile: in sei anni, dal 2008 al 2014, si è avuta la perdita di 64 miliardi di euro di investimenti in costruzioni e di circa 31.000 posti di lavoro nella sola Emilia-Romagna.

Le due priorità da sottoporre subito all’attenzione della Regione, per rilanciare le costruzioni e cercare di agganciare la debole ripresa dell’economia nazionale, sono: la riscrittura delle norme urbanistiche regionali, che dovranno essere chiare, semplici e soprattutto non inficiate da posizioni ideologiche; l’immediata attivazione di investimenti pubblici e la predisposizione di condizioni volte a favorire gli investimenti privati.

«Occorre che la nuova legge regionale sull’urbanistica non venga influenzata da approcci estremistici diretti a non utilizzare altro suolo non edificato», ha affermato Betti, «ma salvaguardi e mantenga le aree potenzialmente edificabili attualmente previste negli strumenti di pianificazione approvati. I costruttori edili hanno preso atto che occorre intervenire in modo certamente più oculato e razionale nelle nuove aree inserite nei piani di sviluppo comunali. Al tempo stesso è però urgente che la Regione promuova la riqualificazione energetica e sismica degli edifici pubblici e incentivi, con ulteriori misure oltre a quelle statali, interventi analoghi nell’ambito privato soprattutto nei vecchi condomini al fine di garantire una migliore qualità della vita non solo nelle abitazioni, ma anche nei quartieri».

Risulta, poi, indifferibile la messa in sicurezza del territorio della nostra Regione. A seguito di precipitazioni sempre più anomale, sono infatti sempre più frequenti allagamenti, straripamenti di fiumi e smottamenti delle strade.

«E ancora, è assolutamente necessario», prosegue Betti, «rilanciare gli incentivi all’acquisto della prima casa, attraverso una programmazione almeno annuale del bando denominato “Giovani coppie”, coniugandoli con le nuove iniziative messe recentemente in campo dal governo, come il leasing immobiliare e i benefici fiscali».

Sul tema “bolognese” del Passante è intervenuto il vicepresidente Stefano Borghi. «Le infrastrutture sono un elemento indispensabile per l’attrattività e lo sviluppo della nostra regione. Sul Passante è venuto il tempo delle decisioni. A nostro avviso la soluzione a Nord è quella migliore, perché più funzionale, meno costosa e più facilmente cantierabile. Inoltre ha già ottenuto finanziamenti che non sarebbero trasferibili ad altri progetti. Ora siamo in attesa di valutare il cosiddetto Passante “di mezzo”».

Un’ultima considerazione il presidente regionale Ance l’ha rivolta alla ricostruzione post sisma, sottolineando la necessità di rendere più snelle e veloci le attuali procedure di pagamento dei lavori svolti, considerate inaccettabili per la loro lunghezza. Le imprese edili si trovano di fatto a finanziare, per diversi mesi, i lavori della ricostruzione e questa circostanza, collegata al crollo dei crediti concessi al settore da parte del sistema bancario (tra il 2007 e il 2013 il calo è stato del 75%), non fa che aggravare pesantemente la situazione finanziaria delle imprese. Sul Mude, ha aggiunto Betti, pare sia stata concessa una proroga: «Auspichiamo accada anche per il sistema elettronico Sfinge».

«Per creare le condizioni che possano favorire concretamente la ripresa di questo strategico settore economico», conclude Betti, «è necessario che tutti i soggetti coinvolti, dalle imprese ai lavoratori, dalla pubblica amministrazione al sistema del credito, svolgano fino in fondo ciascuno la propria parte».

 

 

















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