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Il vescovo don Erio Castellucci in visita a CoopAttiva

Garuti-Vescovo-Nora«Quello che producete serve alla società, la società valorizza i doni che avete e che mettete a disposizione. Per questo penso di poter dire che la Diocesi continuerà a sostenere la vostra esperienza: perché c’è un valore che può essere di esempio per tutti». Lo ha detto l’Arcivescovo di Modena-Nonantola don Erio Castellucci nel corso di una visita a CoopAttiva, la cooperativa sociale nata nel 1984 per iniziativa della Diocesi e della Caritas diocesana. CoopAttiva svolge per conto terzi tutte quelle attività che il cliente ritiene strategico gestire in outsourcing, fino ad arrivare allo sviluppo delle attività di digitalizzazione e valorizzazione di archivi cartacei (ma anche fotografici, video, ecc.) industriali, amministrativi, storici. Ha due sedi operative (Modena e Pavullo) nelle quali lavorano oltre 100 persone in gran parte inserite sulla base di progettualità – o in convenzione – con i servizi socio-sanitari di Modena e Pavullo. L’Arcivescovo ha visitato i laboratori di tipo A (socio-occupazionale) e B (inserimento lavorativo) gestiti dalla cooperativa, ha parlato con i lavoratori, gli educatori e il consiglio di amministrazione. Il presidente di CoopAttiva Giorgio Garuti ha ringraziato il vescovo per la sua presenza e gli ha consegnato la fotografia delle “mani al lavoro”, opera della fotografa Barbara Pasquariello, che in un’immagine descrive l’identità di CoopAttiva. Da parte sua il vicepresidente Arturo Nora ha espresso l’auspicio che questo incontrarsi e conoscersi sia un’ulteriore occasione per far crescere una realtà che si impegna a praticare ogni giorno i valori dell’accoglienza e inclusione dichiarati nella sua mission: “lavorare per unire”. «Visitando i vostri spazi di lavoro mi veniva proprio da pensare all’idea della famiglia, con diverse età: ci sono i più giovani, quelli che hanno più anni, diverse provenienze e capacità. La cosa bella – ha aggiunto don Erio – è che qui tutte queste differenti caratteristiche le mettete insieme per produrre, per fare qualcosa che serve alla cooperativa e alla comunità. Il Vangelo ci insegna che aiutare non è solamente fare qualcosa di buono per l’altro, ma anche per se stessi. Ringrazio chi dirige la cooperativa in questo clima di famiglia e coloro che qui operano. Voi – ha concluso l’Arcivescovo – fate in piccolo quello che dovrebbe fare la nostra società: mettere i doni a disposizione degli altri e aiutarsi a vicenda».

















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