Sono il piano territoriale paesistico regionale e i quattro piani di settore sulla qualità dell’aria (Pair), il piano forestale regionale, il piano regionale integrato dei trasporti (Prit) e quello regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), i piani regionali di pianificazione del territorio che si integreranno con il nuovo Piano energetico regionale dell’Emilia-Romagna che troverà attuazione anche attraverso il Programma di Sviluppo Rurale e il Programma operativo regionale Fesr 2014-2020. Di questo si è parlato oggi nel corso del quarto appuntamento con il percorso partecipato che porterà alla definizione del nuovo Piano energetico della Regione Emilia-Romagna.
Questi strumenti di pianificazioni avranno un’attenzione dedicata anche ai temi energetici, allo sviluppo e alla produzione sostenibile di energia. Le diverse esperienze di pianificazione territoriale ed urbanistica hanno dimostrato infatti come, negli ultimi anni, il tema dell’energia assuma un ruolo sempre più rilevante, al punto da influenzare i processi di trasformazione di un territorio.
“Oggi è una delle giornate più importanti del percorso verso il nuovo Piano energetico regionale – ha dichiarato Palma Costi, assessore alle Attività produttive e al Piano energetico della Regione Emilia-Romagna – abbiamo bisogno di una grande coerenza degli strumenti rispetto ad una sfida così elevata come quella del contrasto al cambiamento climatico di cui l’energia è parte integrante. Un obiettivo fondamentale riguarda la nascita, la riconversione o la trasformazione di nuove imprese, di nuove professionalità e di nuovi posti di lavoro legati ai temi della sostenibilità energetica. In tutti i campi. La pianificazione di cui si è parlato oggi è strategica perché omogenea e integrata rispetto a tutte le iniziative in grado di incidere sullo sviluppo e il futuro del territorio e risulta fondamentale anche perché è basata sul sistema democratico territoriale dei Comuni, che permette ai cittadini di prendere parte a un percorso partecipato”.
Una serie di interventi che si rendono quanto mai necessari anche sulla base della valutazione ambientale strategica illustrata oggi e che evidenzia una maggiore “schizofrenia” meteoreologica su scala regionale, con il 2012 che ha visto un calo drastico delle precipitazioni a fronte di un picco di piogge nel 2014, superiori alle medie stagionali. Gli scenari futuri evidenziano l’aumento delle criticità climatiche, che richiedono interventi anche a livello locale per favorire la mitigazione del clima, evitando l’aumento temuto che superiore ai 2 gradi. La riduzione delle emissioni è il primo obiettivo che si sta già attuando su scala regionale anche sulla base dei protocolli internazionali.
L’Emilia-Romagna mette in campo così una serie di azione coordinate che, per quanto riguarda la qualità dell’aria (criticità evidente dovuta anche alla conformazione del territorio), vanno dallo sviluppo delle fonti rinnovabili, al risparmio energetico nell’illuminazione pubblica, alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, al rinnovo degli impianti termici. Interventi riguardano anche l’efficienza energetica nel settore produttivo e nel commercio, la regolamentazione dell’utilizzo di impianti per la climatizzazione invernale e estiva, l’obbligo di installazione entro il 31 dicembre 2016 dei conta calorie negli impianti centralizzati. Vengono anche regolamentati le modalità di installazione, di manutenzione e di controllo degli impianti di combustione a biomassa destinati al riscaldamento domestico (camini).
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