“Il nuovo regolamento per il mercato Albinelli è un aspetto di un quadro composito di azioni che stiamo condividendo con gli operatori, il Consorzio e le associazioni e che servono per dare un futuro al mercato. Tra queste, cerchiamo di introdurre criteri di selezione sui quali fino a oggi non avevamo possibilità di agire e di ritagliare un spazio, per ora sperimentale, nel quale inserire nuove attività”. Lo ha affermato l’assessore alle Attività economiche Tommaso Rotella concludendo in Consiglio comunale il dibattito che, giovedì 3 marzo, ha portato all’approvazione della delibera che modifica il Regolamento del mercato Albinelli. Il provvedimento ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Sel, Fas, M5s, Per me Modena e CambiaModena, (astenuta Forza Italia), dopo l’approvazione dell’emendamento (con lo stesso voto a favore e quello contrario di FI) presentato da Fabio Poggi. Nel testo si propone alla giunta di provvedere nel minor tempo possibile a tre atti: la definizione di linee guida procedurali; lo studio di un primo progetto di fattibilità per la ristrutturazione dell’immobile preservandone la vocazione e i vincoli; la predisposizione di un piano per modificare gli orari di apertura. L’emendamento prevede inoltre che i posteggi “flessibli”, oggetto di nuovi progetti commerciali siano un massimo di 20 su 87 (e non il 30 per cento del totale come nella proposta iniziale). Secondo il consigliere Poggi per l’Albinelli “ci vorrebbe un piccolo Psc: un vero e proprio piano strutturale perché la situazione va esaminata sotto tanti punti di vista diversi. La delibera e l’emendamento sono quindi l’inizio di un percorso e creano i presupposti per un ragionamento più ampio”. Paolo Trande ha sottolineato le parole chiave per il cambiamento dell’Albinelli che sono “eccellenza, rilancio, flessibilità di apertura. Abbiamo una realtà d’eccellenza che però va valorizzata e credo che la via giusta sia il Patto sul quale poi si è costruita la delibera. I cambiamenti però vanno introdotti con gradualità, senza immaginare una rivoluzione. La flessibilità di apertura infine non può prescindere dal rispetto del lavoro di chi si alza prima dell’alba per gestire la sua attività”.
Antonio Montanini (CambiaModena) ha sostenuto che “sarebbe necessario azzardare un po’ di più nel progettare il rilancio del mercato: stiamo forse sottovalutando le potenzialità della struttura e, se vogliamo salvarla, dobbiamo capire cosa vogliono i consumatori in termini di prodotti e di servizi per poter poi determinare un’offerta diversa da quella di oggi, che è standard, e dove manca una valorizzazione delle specialità alimentari modenesi”. Per il consigliere l’elemento chiave su cui puntare “deve essere la distinzione: il mercato deve diventare la migliore rappresentazione della città in campo enogastronomico”.
Auspicando soluzioni che partano “da una visione completa del commercio in città considerando l’esistente e le prospettive di nuove aperture”, Luigia Santoro (Ap) ha chiesto che “non si esca dalla normativa degli ambulanti e non si tentino soluzioni furbette”, chiedendo infine “un necessario e preventivo approfondimento: non posso votare a favore di una delibera che presenta tanti punti dolenti e dimostra una tale approssimazione che dubito possa ottenere effetti positivi. Sembra piuttosto l’ennesima confusa prova, e gli esperimenti possono dare risultati positivi solo se correttamente impostati”.
“Se vogliamo che il mercato Albinelli muoia non dobbiamo fare altro che dire no a tutto”. È l’affermazione dalla quale è partito il consigliere di Sel Marco Cugusi: “Se invece vogliamo rivitalizzarlo – ha proseguito – allora questa modifica del regolamento è benvenuta perché è l’inizio di una trasformazione profondamente necessaria che deve essere condivisa con gli operatori, molti dei quali sono d’accordo. L’Albinelli può diventare un simbolo della città e un luogo di aggregazione ma bisogna studiare forme di promozione nuova, prevedere anche i non ambulanti, pensare ad attività che diano spazio ai giovani con idee innovative, ma senza snaturare la tipologia particolare della struttura”.
Andrea Galli, per FI; ha osservato che “il mercato va riprogettato con urgenza se no continueremo a perdere stalli. I commercianti dell’Albinelli sono minacciati dal cambio dei consumi e dai negozi, come quelli dei pakistani che hanno una diffusione capillare e sono aperti con orari lunghi. A Bologna – ha proseguito Galli – nella zona di via Clavature, le attività commerciali sono riuscite a innovare, integrando con la somministrazione di alimenti e bevande da consumare sul posto e mantenendo un’identità fortissima. Cambiare gli orari o ridurre i costi di pulizia, sono dettagli. Dobbiamo dare ai commercianti gli strumenti per guadagnare”. Anche per Adolfo Morandi “è giusto rendere il mercato più flessibile e aperto, lasciando spazio alle idee innovative”. Il consigliere si è poi detto stupito dall’emendamento “che mette vincoli e limitazioni e quindi mi sembra andare nella direzione contraria: diminuire la possibilità di dare spazio a operatori diversi per non snaturare il mercato è negare l’evidenza perché tutti i posti sono a rischio”.
Per Luca Fantoni (M5s) “il regolamento punta a far evolvere l’Albinelli ma quello che manca è un progetto vero per il mercato. Con il Patto si cerca di guardare al futuro ma siamo già in ritardo e non abbiamo un punto d’arrivo definito. I turisti visitano il mercato ma non fanno acquisti, quindi bisogna per forza introdurre la possibilità di somministrazione. La delibera è un primo passo, ma affronta solo una parte della questione mentre noi vogliamo un progetto chiaro”. E Mario Bussetti, evidenziando come la proliferazione di attività commerciali in città dreni il fatturato del mercato, ha chiesto di valutare i risultati delle sperimentazioni delle aperture serali per capire in che direzione andare.
Per Marco Chincarini di Per me Modena, l’emendamento aggiunge chiarezza al regolamento: “Una ristrutturazione, da fare insieme agli operatori, è necessario ma il mercato è ancora regolamentato come ambulante ed è necessario preservare vocazione e vincoli della struttura. L’atteggiamento che dobbiamo assumere – ha concluso – è valutare con calma le ipotesi di rilancio, e con il Patto siamo entrati nel merito della questione, considerando tutti i problemi sul terreno”.