Le stime dei danni provocati ogni anno in Europa dall’inquinamento dell’aria sono impressionanti: oltre quattrocentomila morti e fra i 330 e i 940 miliardi di euro in termini di costi per la salute. Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, alla luce delle prossime discussioni sul tema programmate al Parlamento Europeo. Le regole, che dividono gli eurodeputati e sollevano preoccupazioni specie fra ambientalisti e agricoltori, sono quelle sui tetti nazionali delle emissioni (NEC), in particolare per anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici, micropolveri sottili (Pm 2.5), ma anche ammoniaca e metano. L’obiettivo della proposta iniziale della Commissione europea era quello di dimezzare il numero dei morti provocati dagli inquinanti, che nell’Ue uccidono dieci volte di più degli incidenti stradali. L’Italia da sola potrebbe risparmiare almeno 7 miliardi di euro nel 2025, considerando la stima di almeno 47 miliardi l’anno di costi per la salute, dall’assistenza sanitaria alle giornate lavorative perse. Secondo dati dell’Ocse del 2015, l’Italia è fra i Paesi Ue che paga di più i danni provocati dall’inquinamento dell’aria in termini di Pil (oltre il 4%), dopo Ungheria, Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia.