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Unimore: progetti DISMI nella social innovation

social-innovation-conferenzCrescono l’impegno e la partecipazione del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria (DISMI) di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sul fronte della cosiddetta “social innovation”, termine attraverso il quale si intende la capacità di sviluppare soluzioni innovative che modifichino i comportamenti e le relazioni di un insieme ampio di attori finalizzate a rispondere ad un bisogno in modo migliore e più sostenibile.

E in questo percorso la struttura accademica reggiana si trova a collaborare fianco a fianco col CERN di Ginevra e con altre prestigiose istituzioni universitarie straniere, stimolando i suoi studenti a misurarsi ed a confrontarsi con alcuni degli ambienti più all’avanguardia dal punto di vista scientifico-tecnologico.

“Il DISMI – afferma il suo Direttore prof. Eugenio Dragoni – è attivo nell’ambito della Social Innovation attraverso il coinvolgimento degli studenti nei progetti di innovazione svolti in collaborazione con aziende. Molti di questi progetti hanno al centro i bisogni delle persone e gli studenti di ingegneria riescono ad applicare con successo i metodi di generazione di nuovi concetti e di sviluppo di prodotto ai bisogni della società in generale e delle categorie svantaggiate. Esempi in questo senso sono i progetti dedicati a favorire l’apprendimento da parte dei bambini autistici e il simulatore che permette ai non vedenti di imparare ad orientarsi nell’ambiente circostante attraverso i suoni. Il perno di queste attività è rappresentato dal CERN che mette a disposizione degli studenti un ambiente organizzato (IdeaSquare) dove le idee progettuali circolano e si perfezionano soprattutto grazie al contatto con i ricercatori e i tecnologi del centro. Questo approccio alla progettazione facilita la nascita di idee innovative e stimola l’auto-imprenditorialità, moderna e sempre più frequente opzione occupazionale dei nostri laureati”.

Si è da poco concluso, infatti, in dicembre, sotto l’egida del CERN di Ginevra, il Challenge Base Innovation Mediterraneo, un’iniziativa organizzata da Unimore insieme ad Esade, l’Università Politecnica di Barcellona e lo IED di Barcellona. Durante questo percorso laureandi in ingegneria, economia e design delle Università promotrici, da settembre a dicembre, sono stati impegnati per 15 settimane in attività intensive, misurandosi su challange lanciati da aziende.

Gli studenti, in questo periodo, hanno lavorato a distanza nelle quattro università e ogni cinque settimane si sono riuniti al CERN per presentare gli avanzamenti di lavoro ai propri coach ed ai ricercatori di Ginevra per raccoglierne i suggerimenti. I ricercatori del CERN hanno guidato gli studenti nel vaglio dell’ampio portfolio di tecnologie aperte che il Centro di Ricerca vanta, supportando gli studenti nell’individuare tecnologie che potessero rispondere ai bisogni identificati dal gruppo.

Gli studenti Unimore, in particolare sono stati coinvolti su 2 progetti.

Un challenge è stato sponsorizzato da Carrefour e riguardava la ricerca di modalità per migliorare la sicurezza del cibo nel processo di consegna. Nonostante la domanda per la consegna di cibo a casa sia in espansione vertiginosa ed i più grossi player mondiali stiano entrando in questo mercato, ad oggi il food delivery resta un mercato a basso profitto. Il team (tra cui Francesco Attanasio, Marco Caselli, Marco Paparo, Antonio Risoli per UniMoRe) ha sviluppato AirBox, una scatola isolante per il trasporto del cibo che ha performance 20 volte superiori rispetto alla scatola in poliuretano attualmente utilizzata, abilitando un risparmio del 50% dei costi di carburante per i trasporti. Il prodotto permette anche il tracking di posizione della scatola e il tracking di temperatura del contenuto interno ed è costruita per essere modulare. AirBox è oggi di interesse anche per il trasporto di cibo caldo e per il trasporto organi.

Un secondo challenge è stato sponsorizzato da Iconsulting, leader in business intelligence in Italia, in collaborazione con il Ministero del Lavoro. La sfida impegnava gli universitari Unimore (Alfredo Adinolfi, Nicoletta Mantovani, Nicola Puliafico e Fabrizio Zucchini) nell’elaborazione di soluzioni per migliorare la mobilità dei lavoratori in tutta Europa. Ad oggi in Europa esistono 4,1 milioni di posti di lavoro vacanti che non trovano risposta. Il team ha sviluppato GlobHub, una piattaforma che mette in comunicazione domanda e offerta, supportandone il matching con l’intelligenza artificiale.

 

Attualmente il DISMI ha, poi, all’attivo altri due progetti internazionali sviluppati da ingegneri o designer (laureandi o neo-laureati) all’interno del network internazionale SUGAR, coordinato dalla Stanford University della California (USA). Il progetto ha lo scopo di sviluppare concetti e prototipi innovativi per rispondere ad esigenze del mercato individuati da aziende convolte nelle attività, prevedendo nell’arco dei nove mesi di attività assegnati che i partecipanti sostengano permanenze all’estero e continui contatti con docenti e studenti internazionali.

In particolare, tre studenti (Nazarena Parenti, Jacopo Ferrari, Francesca Rosati) stanno collaborando con la DSchool dell’Ecole du Pont di Parigi (Francia), per supportare la multinazionale Nestlè nel miglioramento dell’esperienza caffè sul lavoro.

Altri tre loro colleghi, invece, (Linda Cavaletti, Francesco Gentilini, Lucia Oggioni), in collaborazione col Politecnico di Porto (Portogallo), sono dediti allo sviluppo di un progetto, supportato da Sonae, retailer portoghese per il commercio e le telecomunicazioni, che migliori il processo post-vendita degli elettrodomestici.

 

“L’impatto di queste attività – afferma l’ing. Matteo Vignoli, coordinatore del programma Design Thinking di Unimore – va oltre le sfide che gli studenti affrontano al CERN, perché rafforza la confidenza creativa e le capacità di mettersi in gioco dei nostri laureati. In più casi infatti i progetti sono diventati imprese, come ad esempio Soundsight Training dove la nostra laureanda Irene Lanza, insieme a due ricercatori del CERN, ha creato un’impresa che ambisce a risolvere il problema dell’autonomia delle persone non vedenti. Oppure il caso di Airbox dove i nostri studenti stanno per partire per Barcellona per accelerare il progetto di impresa all’interno di Reimagine Food, nel programma Prometheus.

 

Tra pochi mesi, infine, il DISMI tornerà a partecipare con il CERN nel programma Transatlantico di Challenge based innovation, questa volta in collaborazione con la Ohio State University (USA).

 

















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