“Garanzia Giovani” il programma europeo ideato per favorire l’inserimento lavorativo degli under 30 e sbandierato più volte dal premier Matteo Renzi e dal ministro del lavoro Poletti come un’arma straordinaria contro la disoccupazione giovanile è un vero e proprio flop. In diverse Regioni italiane, compresa l’Emilia-Romagna, i pagamenti sono bloccati da mesi e si assiste ad un pietoso teatrino di rimpalli di responsabilità fra gli enti interessati (Inps in testa) a corrispondere il dovuto alle migliaia di giovani inoccupati e che non studiano che hanno aderito al programma”.
A lanciare l’allarme è il segretario regionale confederale Emilia Romagna dell’ UGL, Tullia Bevilacqua , che nota: “Su Facebook , nella pagina dedicata a questa proposta, ormai non si contano più i commenti dei giovani che lamentano i ritardi nei pagamenti delle indennità fino a due anni!”.
“Sono migliaia i ragazzi emiliano romagnoli che attendono di essere pagati per il lavoro svolto in aziende del territorio. Ma l’erogazione del compenso deve affrontare una complessa trafila burocratica: l’azienda trasmette i documenti alla Regione, la Regione esegue i controlli, compila le liste dei soggetti che hanno diritto all’indennità e trasferisce i dati all’Inps. A sua volta l’Inps verifica che non ci siano anomalie nelle richieste e nelle pratiche presentate e infine dispone il pagamento. Ma il risultato di questo scarica barile è un’allungamento biblico dei tempi”: nota il segretario regionale confederale Emilia Romagna dell’ UGL, Tullia Bevilacqua.
Il ministero del Lavoro ha ammesso parzialmente le difficoltà, ma questo non basta per sanare la grave situazione di morosità che caratterizza la regione Emilia Romagna nei confronti delle migliaia di giovani che hanno aderito al programma “Garanzia Giovani”.
La Regione Emilia Romagna dispone di quasi 74,2 milioni di euro nell’ambito del Piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani. Una fetta consistente di fondi è destinata alla formazione, bonus occupazionali, tirocini extra-curriculari anche in mobilità geografica, ma notevoli risorse sono destinate anche all’accoglienza, alla formazione, al servizio civile, alla mobilità professionale e all’autoimpiego.
In Emilia Romagna, ogni stagista è pagato 450 euro al mese: 150 li mette l’azienda, 300 li mette – o meglio, li dovrebbe mettere – la Regione attraverso l’erogazione tramite l’INPS dell’indennità al tirocinante. Ma a questo punto gli ingranaggi si fermano.
“Alcuni giovani hanno dichiarato che le aziende sono corrette nei pagamenti, mentre gli altri soldi non vengono corrisposti per mesi e mesi. Come sindacato chiediamo al governo che, al netto della propaganda di cui s’è fatto vanto Renzi quando ha parlato di occasione di lavoro per questi giovani, si faccia parte diligente per risolvere una situazione ormai insostenibile”: conclude il segretario regionale confederale Emilia Romagna dell’ UGL, Tullia Bevilacqua.