“Semplificazione e sburocratizzazione, riorganizzazione dei servizi, rigenerazione urbana con parte degli oneri di urbanizzazione.” Questi in sintesi le richieste che le Associazioni imprenditoriali – Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Licom e CNA – aderenti a Rete Imprese Italia Modena, rivolgono all’amministrazione comunale cittadina in tema di bilancio di previsione. “Vorremmo in proposito – aggiungono – chiedere al Sindaco un nuovo incontro”.
“Continuiamo a ritenere – premette Re.TE – che semplificazione e sburocratizzazione debbano essere una priorità. Perché un passo in tale direzione, potrebbe rappresentare l’armonizzazione, su scala territoriale dei principali regolamenti di politica locale (per le norme ad esempio in materia edilizia, urbanistica, tributaria, etc. e anche i diversi piani tariffari di tributi e servizi). Inoltre, sempre a riguardo, sarebbe opportuno avviare, a partire dal Comune di Modena, la costituzione di commissioni miste tra comuni, associazioni imprenditoriali e ordini professionali, che, nell’arco di sei mesi, definiscano ambiti e procedure da semplificare.”
“In un quadro di risorse pubbliche decrescenti e di difficoltà per lo stato sociale – prosegue Re.TE – riteniamo esistano ancora margini di intervento sulle macchine comunali, per recuperare efficienza gestionale e produrre risparmi. Innescando in questo modo processi di profonda riorganizzazione ed esplorando la via della sussidiarietà, quale elemento caratterizzante il rapporto fra Istituzioni e mondo dell’impresa. Nell’ottica di costruire un nuovo modello di gestione dei servizi. In grado di valorizzare le potenzialità di tutto il tessuto imprenditoriale. La sussidiarietà, insomma, come valore aggiunto nei servizi alla persona, in quelli che attengono alle manutenzioni dei beni e come chiave per continuare a rispondere ai bisogni delle famiglie. mantenendo e innovando l’intero sistema dei servizi messo in discussione dalla crisi, e dalle profonde evoluzioni sociali ed economiche in atto.”
“La crisi – sostiene Re.TE – ha reso più fragile e povero il tessuto commerciale-artigianale, col conseguente depauperamento del patrimonio economico, della funzione di servizio ai cittadini e di presidio del territorio. Sono dunque indispensabili azioni per invertire questa tendenza che, complice anche la liberalizzazione del commercio, potrebbe portare ad una desertificazione maggiore. Crediamo che, anche a fronte dei processi in atto e che avverranno, di conversione e rifunzionalizzazione di parti di aree industriali-artigianali della città, possa essere utile riservare una quota dei relativi oneri di urbanizzazione a progetti di rigenerazione urbana che pongano al centro la valorizzazione e rinascita di commercio e artigianato di vicinato. Prevedendo inoltre, la possibilità di adottare una tassazione agevolata per gli esercizi che aprono in zone degradate o desertificate della città, ed utilizzare anche parte degli oneri di urbanizzazione per rendere conveniente il recupero di immobili e scontando in parte i previsti ‘contributi’ di costruzione.”