Questo Governo deve restituire il maltolto ai pensionati e dobbiamo far si’ che la governance dell’Inps torni ai suoi veri soci: i datori di lavoro e i lavoratori. Sulla base dei recenti dati dell’Istat, secondo i quali il 40,3% dei pensionati italiani percepisce un reddito di pensione inferiore ai mille euro, pesano inoltre le preoccupazioni del presidente dell’Inps, Tito Boeri, sulle future pensioni dei lavoratori trentenni.
Ma nel nostro Paese abbiamo anche altri problemi. Primo fra tutti quello delle donne che vengono pagate meno e che, di conseguenza, percepiranno una pensione inferiore a quella dei colleghi uomini; poi c’e’ la disoccupazione giovanile che continua a rimanere al palo; e il problema della staffetta generazionale, per cui ci vogliono flessibilita’ in uscita e stabilita’ all’entrata. Questo Governo si era dato l’obiettivo di dare piu’ lavoro e diritti ai giovani, dicendo che il sindacato non ci pensava, ma dopo un anno i giovani continuano a non avere diritti e, soprattutto, a non avere lavoro.
In questo contesto ci preoccupano le esternazioni sempre più frequenti del presidente dell’Inps il cui compito dovrebbe essere quello di gestire le risorse dell’Inps al meglio, piuttosto che sostituirsi a ministro e parlamento sul come legiferare. Il metodo è sempre quello: si colpevolizza una parte dei lavoratori, si creano divisioni generazionali, si agita lo spauracchio della sostenibilità per far passare leggi assurde e, come nel caso della Fornero, con risultati devastanti sull’economia.
La nomina di Boeri è stata voluta direttamente dal premier Renzi. Molti si chiedono se l’attivismo presenzialista e il ruolo di suggeritore (tra l’altro poco ascoltato) che prevale su quello della gestione del presidente dell’Inps sia voluto: durante la sua venuta a Modena francamente non ci ha convinto. Perché una cosa è certa: oggi Inps non brilla certo per efficienza e tempestività nelle risposte. Qualsiasi prestazione richiesta oggi viene riconosciuta con grave ritardo. Dalla erogazione della Naspi, all’integrazione salariale, al ruolo di garante dei TFR dei lavoratori in caso di fallimento delle imprese, agli estratti conto certificativi delle pensioni. Non vi è voce di uscita delle prestazioni che non subisca in corso d’opera delle difficoltà. A farne le spese le fasce deboli della popolazione, gli anziani, i disoccupati, i veri malati. Coi patronati si è interrotto un rapporto fattivo di collaborazione che garantiva l’accelerazione delle pratiche; gli uffici Inps sono praticamente inaccessibili per avere risposte e suggerimenti per l’utenza. Di questo hanno bisogno i cittadini : di fatti non di parole. Grazie ai patronati sarà sempre possibile accedere ai servizi che evidentemente danno fastidio. Dal sindacato, pur coi propri limiti, ancora un ruolo di salvaguardia e baluardo dei diritti che riguardano le persone e i cittadini di questo paese.
(Luigi Tollari, Segretario Generale CST UIL Modena e Reggio Emilia)