Prosegue la mobilitazione dei lavoratori dell’industria alimentare privata dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale lo scorso 12 gennaio.
La mobilitazione unitaria dei sindacati Flai/Cgil-Fai/Cisl-Uila/Uil è partita già la scorsa settimana con 4 ore di sciopero il 22 gennaio per culminare venerdì 29 gennaio con lo sciopero nazionale di 8 ore, che viene esteso anche ai lavoratori in regime di somministrazione presso le aziende coinvolte nella mobilitazione. Lavoratori e sindacati sono determinati a proseguire nella vertenza, come dimostrano le alte adesioni allo sciopero del 22 gennaio nei principali stabilimenti industriali modenesi come nel resto d’Italia.
A Modena, in occasione dello sciopero del 29 gennaio sono organizzati due presidi territoriali dove si concentreranno i lavoratori in sciopero di tutte le aziende del territorio.
I presidi sono previsti dalle ore 10 alle 12 davanti a Grandi Salumifici Italiani (Strada Gherbella, 320) e all’Inalca di Castelvetro (via per Spilamberto, 30/c ).
Nella piattaforma presentata, lavoratori e sindacati chiedono 150 euro di aumento mensile, l’applicazione del CCNL dell’Industria Alimentare a tutti i lavoratori utilizzati lungo la stessa filiera produttiva, la garanzia di continuità occupazionale in caso di cambio di appalto, il riconoscimento della “comunità di sito”, l’armonizzazione delle procedure dei licenziamenti collettivi con l’applicazione della legge 223/91 per tutti i lavoratori (assunti sia prima e che dopo il Jobs Act), il mantenimento delle norme contrattuali che regolano i licenziamenti individuali per tutti i lavoratori, l’estensione del welfare contrattuale.
Federalimentare invece vuole lo spostamento di una parte degli aumenti retributivi dalla “paga base” su altre voci, in modo da diminuire gli aumenti su straordinari, tredicesima mensilità, Tfr, ecc… Inoltre pretende il non riconoscimento di aumenti retributivi per l’anno 2016, l’eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato, l’innalzamento delle ore di flessibilità contrattuale, l’aumento del periodo di calcolo della durata media settimanale della prestazione lavorativa, la contrattazione aziendale senza aumento di costi.