Raccolta dei rifiuti, una questione che non cessa di suscitare preoccupazione e malcontento fra gli imprenditori che, ancora una volta vedono gravare su di sé ulteriori costi e nuove incombenze. “Verrebbe da dire il danno oltre alla beffa – è l’amaro esordio di Enrico Malagoli (foto), titolare insieme al fratello Gabriele della storica azienda Malagoli Aldebrando, da pochi anni insediata nel nuovo stabilimento dei Torrazzi -: con le nuove disposizioni le imprese saranno tenute a gestire direttamente, all’interno dell’area dell’impresa, i diversi contenitori per la differenziazione dei rifiuti, dopo di ché dovranno ovviamente preoccuparsi di portare all’esterno, giorno per giorno, le diverse tipologie di rifiuto previste dal calendario della raccolta ‘porta a porta’. Tutto bene – prosegue Malagoli, anche nella sua veste di responsabile del Comitato di Modena di Confimi Emilia – non fosse che diverse aziende, e noi fra queste, non producono rifiuti da differenziare, e se anche lo fanno, sono già organizzate e conferiscono tali rifiuti ad aziende specializzate nello smaltimento”.
“Di per sé – precisa Enrico Malagoli – l’iniziativa ha un indubbio valore, ma riteniamo non possa essere presa tout court, senza altre valutazioni: mi riferisco al fatto che le imprese oggi pagano tariffe TARI molto salate, in parte plausibili fino a che i cassonetti erano esterni, con la conseguente impossibilità di verificarne l’uso da parte della singola azienda; ora invece sarà possibile una pesatura precisissima, ma non ci risulta che sia previsto un conseguente intervento sulla tariffa”.
Prosegue Malagoli: “Questa della raccolta dei rifiuti è una partita opaca, che lascia il dubbio che venga utilizzata per fare cassa indipendentemente da considerazioni direttamente riferite al servizio. Si pensi solo al fatto che da cinque anni a questa parte la tariffa è addirittura decuplicata, prescindendo, lo ripeto, dall’effettiva valutazione sulla produzione dei rifiuti, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”.
“Del resto, se a livello locale registriamo questi problemi, va detto che a livello nazionale non va diversamente: si pensi, ad esempio, a quel vero e proprio disastro, anche economico, che è il SISTRI!”
Conclude l’imprenditore: “A noi sembra semplice ciò che chiediamo: vorremmo chiarezza sulle responsabilità, vorremmo equità nella distribuzione dei costi, vorremmo insomma maggiore trasparenza e collaborazione nell’affrontare un problema di cui vediamo bene la portata, sia in termini di impatto ambientale, sia per la sua valenza economica. Mentre ad oggi assistiamo sempre e soltanto a uno scaricare tutti gli oneri, economici e non, sulle spalle delle imprese, per di più in un momento non esattamente di boom economico…”
“Di questo passo, non solo si continua a indebolire l’economia locale, ma certamente si ottiene una conseguenza ancor più deleteria: si disincentiva la neo imprenditoria, poiché chi volesse intraprendere una nuova iniziativa ha di fronte a sé una sola certezza: tasse, imposte e tariffe pubbliche che continuano ad aumentare”.