Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato con 26 voti favorevoli (M5S, Pd e Sel) e 6 voti contrari (Forza Italia, Grande Reggio, Lista civica Magenta, Lega Nord) un Ordine del giorno ex art. 20, a firma dei consiglieri De Lucia, Cigarini, Scarpino, Capelli, De Franco, Pavarini, Vergalli, Rivetti, Davoli, Franceschini, Manghi e Lusenti contro ogni forma di discriminazione e di violenza, in particolare quelle basate su genere e orientamento sessuale, per una estensione dei diritti civili.
L’ASSESSORA ALLE PARI OPPORTUNITÀ NATALIA MARAMOTTI È INTERVENUTA A SOSTEGNO DELL’ ORDINE DEL GIORNO
L’assessora alle Pari opportunità Natalia Maramotti è intervenuta oggi in Consiglio comunale a proposito dell’Odg ex articolo 20 sul tema ‘Contro ogni forma di discriminazione e di violenza, in particolare quelle basate su genere e orientamento sessuale, per una estensione dei diritti civili. Per una corretta informazione sull’articolo 16 della Legge 107 del 2015’.
“Ho ascoltato con attenzione i contenuti della mozione – ha detto Maramotti – e credo non vi sia molto da aggiungere se non la conferma della volontà dell’Amministrazione comunale di continuare a mettere in campo tutte le azioni che sono state elencate per garantire la pienezza dei diritti umani ai nostri concittadini e concittadine.
Credo non vi sia molto da aggiungere, se non per un aspetto, partendo dalla citazione di un grande romanziere, Albert Camus, che scriveva: ‘Nominare in maniera corretta le cose è il modo per tentare di far diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo’. Come non aderire all’affermazione di Albert Camus!
Anche noi amministratori di questa città, ancorché nella nostra Costituzione non vi sia il diritto alla felicità, siamo quanto meno impegnati a ridurre sofferenza e disordine nella nostra comunità.
Agiremo perciò per diffondere la conoscenza della genesi del concetto di ‘genere’ e le sue molte sfaccettature, affinché si possa fare chiarezza sulla colossale strumentalizzazione e mistificazione che se ne è fatta, a partire dalla ricostruzione del significato proprio delle parole.
Gli strumentalizzatori che vedono nella cosiddetta ‘teoria gender’ una pericolosa deriva morale, fanno delle parole un uso improprio e incompetente, ad esempio la parola genere, identità di genere e ruoli di genere vengono trattate come sinonimi quando hanno ciascuno un diverso significato; viene infatti operata una ‘reductio ad unum’ delle diverse posture con le quali nella storia recente studiosi di diverse discipline hanno elaborato diverse teorie sul genere, alcune poderosamente radicali come quella dei costruttivisti, che ritengono che siano il contesto socio-culturale e la biologia a costruire la sessualità.
In realtà gli studi di genere hanno avuto lo scopo di combattere le discriminazioni e le violenze subite da chi, donne, omosex o trans, sono stati considerati inferiori in virtù del proprio sesso, orientamento sessuale o identità di genere. Dove per sesso si intende l’insieme delle caratteristiche fisiche, biologiche, cromosomiche e genetiche che distinguono i maschi dalle femmine; per orientamento sessuale si tratta dell’oggetto del proprio desiderio e quindi della propria attrazione erotica o affettiva che può portarci verso persone del sesso opposto (eterosessualità) o entrambi (bisessualità). Per identità di genere si intende la percezione precoce, profonda e permanente di sé come uomo o come donna.
Questa mozione dunque – ha concluso l’assessora – ci impegna a parlare con parole precise, come recita il titolo dell’omonimo libro di Gianrico Carofiglio, come abbiamo fatto anche oggi a partire dalla vostra mozione, perché ‘occuparsi del linguaggio pubblico e della sua qualità non è un lusso da intellettuali o una questione accademica. È un dovere cruciale dell’etica civile’”.