Con il nuovo orario ferroviario del 13 dicembre 2015 Rete Ferroviaria Italiana ha venduto 8 nuove tracce per i treni AV di NTV, tra Verona e Bologna e vs., oltre alle 14 già presenti di Frecce argento di Trenitalia.
Per sostenere questa situazione ha allungato le percorrenze, dai 6 agli 8 minuti, a 6 treni regionali tra Bologna e Poggio Rusco, mettendo anche in crisi i principali treni in arrivo a Bologna in fascia pendolari mattutina.
Dall’andamento dei primi undici giorni lavorativi dal tra il 14 e il 30 dicembre 2015 i risultati sono stati sconfortanti:
Osserviamo che i treni 2251 e 6573, a seguito dell’avvenuta incomprensibile anticipazione di orario di quest’ultimo, nelle stazioni di Poggio Rusco, Mirandola e San Felice partono di fatto in contemporanea ogni volta che il primo treno presenta un ritardo anche di solo pochi minuti (evenienza tutt’altro che rara, poiché proviene da Bolzano).
Aggiungiamo, poi, che il treno 11447 (325 utenti) in arrivo alle 7.54, ha un ritardo ormai quotidiano di 5 o 6 minuti nella partenza e che tra Poggio Rusco e Bologna ha una percorrenza teorica di 64 minuti, quando 50’ sarebbero più che sufficienti per una linea a doppio binario.
Con il fatto che il 2263 (263 utenti) in arrivo alle 19.54 ha avuto il 100% di ritardi in arrivo a Bologna, il quadro si completa.
“La nostra linea, osserva Renato Golini, presidente dell’Associazione utenti della linea ferroviaria Bologna – Poggio Rusco/Verona, si è adeguata al precario andamento dei convogli regionali delle altre linee regionali passanti, la Bologna – Piacenza, Bologna – Rimini, Bologna – Prato e Bologna – Padova, dove i treni regionali non hanno la stessa dignità di quelli dell’AV. Non abbiamo nulla, prosegue, contro i treni AV, ma riteniamo che uguale rispetto si debba dare alle decine di migliaia di utenti che tutti i giorni utilizzano il treno sui convogli regionali. Servirà a poco avere dal 2018 nuovi treni se gli stessi avranno percorrenze troppo lunghe e dovranno aspettare nelle stazioni i sorpassi dei treni AV. In tutto questo c’è un errore di fondo a cui va posto rimedio in modo concertato tra Istituzioni, RFI, vettori e rappresentanti degli utenti, già da subito, senza aspettare i tempi della burocrazia, altrimenti possiamo intonare il De Profundis al servizio metropolitano e regionale delle linee ferroviarie regionali passanti”.