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Modena, Tollari (CST-UIL): valutazioni sindacali sulla fase economica e prospettive

Luigi_Tollari_UilUna valutazione obiettiva degli attuali indicatori economici non consente a nessuno di andare oltre una lettura realistica degli elementi.

Il centro studi di Confindustria nell’ultimo rapporto sull’andamento dell’ economia ha ben evidenziato la situazione. La frenata dei paesi emergenti che ha abbassato le stime per il commercio mondiale, la paura degli attacchi terroristici che alimenta una già elevata incertezza, l’escalation militare in Siria sono elementi di preoccupazione non irrilevanti. L’abbassamento del prezzo del petrolio e l’arretramento del tasso di cambio col dollaro sono elementi positivi per una espansione economica dell’Europa, il taglio delle tasse sulla prima casa può evocare un piccolo passo nella ripresa dei consumi interni, ma la verità è che senza un lavoro stabile e senza sicurezza per molte famiglie italiane non pensiamo vi sia molta efficacia nelle azioni intraprese dal governo. Per non passare da gufi auspichiamo da sempre una maggiore flessibilità delle politiche di austerity imposte dall’Europa, ma che a farne le spese siano gli anziani che si trovano ad andare in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più ridotti, i giovani che non trovano lavoro, i risparmiatori beffati da un sistema di banche in crisi, le imprese strategiche per la nostra economia  sulle quali grava il procedimento di infrazione europeo sugli aiuti di stato, sono altrettanti elementi di grande preoccupazione.

Al sindacato oggi si addebitano varie colpe: dall’aver tutelato troppo il lavoro al non aver fatto abbastanza. Le critiche ci stanno nella dialettica democratica del paese. Ma quando a prendere sotto sono i patronati sindacali, elemento indispensabile e gratuito per fornire ai cittadini servizi di welfare che lo stato non riuscirebbe a garantire, sono i cittadini a farne le spese. Questo per noi è inaccettabile. La crisi è alle spalle? Secondo noi stiamo passando una fase di rimbalzo. Siamo caduti così tanto in basso che un + 0,8% del PIL nel 2015 ci può anche stare, ma bisognerà vedere nel tempo la sostenibilità di una crescita che ha interessato solo alcuni settori mentre per altri non è cambiato nulla o si è pure andati peggio.

Sono anni che diciamo che il turismo non basta. Senza una politica industriale vera che si basa su infrastrutture moderne e taglio della burocrazia e del carico fiscale, il settore industriale non potrà affrontare solo con il taglio dei diritti dei lavoratori la concorrenza con il resto del mondo. Questa è la sfida vera che ci aspetta nel 2016: processo di pacificazione nelle aree più in crisi con guerre e instabilità, politiche industriali, integrazione europea con maggiore flessibilità, rispetto dei diritti dei lavoratori e aumento vero dell’occupazione. Noi pensiamo che una politica differente sia possibile. Per questo diamo un messaggio di fiducia e di speranza per tutti i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati che rappresentiamo: buon 2016.

(Luigi Tollari, Segretario generale CST-UIL Modena e Reggio Emilia)

 

















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