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La mamma scopre che il figlio 16enne spaccia e lo fa arrestare. E’ successo nel comprensorio ceramico reggiano

carabinieri_703Ha trascorso notti intere ad arrovellarsi, cercando una soluzione. Voleva il bene di suo figlio, tutto il resto non le interessava, comprese le conseguenze cui lo stesso è poi incappato. Avrebbe fatto prima a buttare le confezioni di droga che aveva trovato nascoste nella camera del figlio o impedire che i giovani amici entrassero in casa per acquistare dal figlio minorenne lo stupefacente, ma sapeva che avrebbe risolto il problema. Era necessario un intervento radicale e così, seppur con il cuore a pezzi, la donna si è fatta coraggio e ha chiamato i Carabinieri esternando dapprima i suoi sospetti e poi documentando con fotografie le prove dell’attività di spaccio del figlio.  Carabinieri della Stazione di Rubiera, che hanno condotto le indagini, dopo aver trovato i riscontri alle dichiarazioni della madre esasperata, hanno relazionato la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Bologna che concordando con le risultanze investigative dei militari ha emesso un decreto di perquisizione presso l’abitazione del 16enne. Ricevuto il provvedimento i Carabinieri di Rubiera vi hanno dato esecuzione trovando le prove delle responsabilità dell’adolescente. Nell’armadio e nella cassettiera della camera da letto i militari hanno infatti rinvenuto alcune dosi di marijuana per un peso complessivo di oltre 20 grammi che sono stati sequestrati unitamente a un bilancino di precisione, oltre 100 euro in contanti provento dell’illecita attività di spaccio (la mamma ha confermato di non aver dato soldi al figlio) e alcuni cellulari utilizzati per i contatti con i clienti.

Che il ragazzo stesse attraversando un periodo difficile tanto da essere irascibile e nervoso come accennato dalla madre, questo i Carabinieri l’hanno capito sin da subito allorquando entrati in casa hanno dovuto vincere con la forza la resistenza del ragazzo che dapprima ha cercato di lanciarsi dal balcone per poi preso dai militari strattonarli per divincolarsi sino a essere portato alla ragione. Al termine delle attività il minorenne veniva condotto in caserma per poi al termine delle formalità di rito essere tradotto al centro d’accoglienza per i minorenni di Bologna a disposizione della competente A.G. minorile.

















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