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Reggio Emilia, presentati i primi quattro ‘Accordi di cittadinanza’ sottoscritti da Comune, associazioni, reti informali e cittadini

Accordi-di-cittadinanzaDai bisogni agli obiettivi e poi alle azioni concrete. Dall’ascolto alla risposta condivisa, dopo un percorso di lavoro collettivo (270 partecipanti), per un interesse che riguarda tutti: il Quartiere come Bene comune, cioè spazio pubblico di tutti, luogo delle opportunità e dei servizi per le diverse fasce della popolazione. Una risposta che ora impegna e rende co-responsabili, divenendo un’esperienza stabile e durevole di cittadinanza attiva, i firmatari protagonisti del percorso di lavoro partecipato: cittadini, reti informali di persone e associazioni insieme con il Comune, con il coinvolgimento di sue organizzazioni e servizi quali la Fondazione per lo sport, Officina Educativa, le Biblioteche decentrate.

Le firme – 81 sottoscrittori, di cui 41 associazioni e 40 singoli cittadini volontari –  sono quelle apposte in questi giorni sui primi quattro Accordi di cittadinanza, definiti nell’ambito del progetto ‘Qua_Il quartiere bene comune’ ed esito finale dei percorsi attivati nell’ambito dei Laboratori di cittadinanza, coordinati degli Architetti di quartiere, in quattro diversi ambiti della città, comprendenti Ville (frazioni) con storia e identità significative:

– Rivalta, Coviolo,San Rigo;

– Masone, Marmirolo, Castellazzo, Roncadella;

– Sesso;

– Cella, Cadè, Gaida.

In questi ambiti vivono complessivamente 19.437 persone.

 

I contenuti dei primi quattro Accordi di cittadinanza sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa, cui hanno preso parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessore ad Agenda digitale, Partecipazione e Cura dei quartieri Valeria Montanari, numerosi cittadini attori del percorso, la dirigente del servizio Comunicazione e Relazioni con la città Nicoletta Levi e gli Architetti di quartiere.

“I percorsi partecipativi di ‘Quartiere bene comune’ e gli Accordi di cittadinanza che ne derivano – ha detto il sindaco Vecchi – muovono dall’esigenza di proseguire e soprattutto potenziare, con modalità nuove, il rapporto diffuso con la città, con i suoi ‘territori’, cioè le Ville e i quartieri, da quando sono venute a mancare le Circoscrizioni. Non a caso il progetto è nato a Reggio Emilia: ne rappresenta, in chiave nuova, l’anima profonda, partecipativa, democratica, radicata e legata saldamente ai valori che sono alla nostra base sin dal 1789, con la Rivoluzione francese, e poi dal 1797, con la nascita del Tricolore e della Repubblica Cispadana.

“Si tratta di un progetto di sistema – ha aggiunto il sindaco – che ha visto la nascita di nuove figure professionali quali gli Architetti di quartiere, che non è costituito da un’agenda di lavori e tappe imposta bensì è frutto di un confronto, e che trova alimento nella rete delle relazioni sociali e nel protagonismo civico dei cittadini, cioè nel nostro ricchissimo Capitale sociale. In un periodo storico in cui il sentimento dominante può essere non di rado quello della paura, noi rispondiamo con un investimento sul dialogo e sulla fiducia, che si concretizza e cammina attraverso relazioni e risultati. Troviamo così un giusto equilibrio tra i macro progetti che l’Amministrazione comunale ha impostato e sta portando avanti in questo prima fase del mandato e una progettualità diffusa, altrettanto vitale per la città e per la sua crescita democratica”.

“Il valore del processo messo in atto coi Laboratori di cittadinanza tra Comune, associazioni, cittadini e reti informali – ha detto l’assessore Montanari – ha come obiettivo ricostruire e tenere vivo il necessario rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini, su aspetti che riguardano le esigenze quotidiane delle persone e obiettivi concreti e fattibili. Attivarsi e partecipare vuol dire portare a casa risultati, insieme. Portare una casetta dell’acqua pubblica, studiare ciclovie sulle carraie dei prati, attivare lo scambio di libri nei parchi, portare un corso di inglese per i più piccoli: tutte azioni che migliorano la qualità della vita delle persone e contribuiscono a rafforzare il senso di comunità.

“Coi cittadini – ha concluso l’assessore – sono state scelte poi le priorità su interventi di manutenzione e lavori pubblici: il progetto ha attivato nel complesso già 60mila euro di azioni sui quattro ambiti, ai quali si dovranno aggiungere gli investimenti che derivano dai progetti manutentivi votati dai cittadini”.

 

Nel 2016, il progetto proseguirà con il coinvolgimento di altre 10 ambiti: Rosta Nuova, Buco del signore, Papagnocca; Canalina (Compagnoni-Fenulli); San Maurizio, Bazzarole, Stranieri; Foscato, Roncina e Orologio; Massenzatico, Prato fontana, Gavassa; Pieve Modolena e Carrozzone; Sabbione e Gavasseto.

 

DALLE CIRCOSCRIZIONI AL PROTAGONISMO E ALLA RESPONSABILITA’ CONDIVISA –  Dal 2015, conclusa l’esperienza del decentramento amministrativo incentrato sul modello delle Circoscrizioni, il Comune di Reggio Emilia ha definito nuove modalità di partecipazione e collaborazione tra cittadini e Amministrazione. A partire dalle esperienze consolidate di cittadinanza attiva sul territorio, realizzate negli scorsi anni grazie ad attività di volontariato di singoli o associazioni, il Comune ha elaborato una strategia innovativa, basata sulla prossimità e sulla lettura delle esigenze e delle risorse presenti nei territori (attraverso una suddivisione in 19 ambiti territoriali di intervento), e fondata sul protagonismo di persone, reti informali e associazioni, che sono presenti e attive in tutte le fasi dalla progettazione alla decisione, alla realizzazione concreta delle iniziative progettate di concerto con l’Amministrazione.

Questo modello, sistematico e sviluppato secondo una metodica precisa, viene diffuso progressivamente su tutto il territorio comunale.

I percorsi di partecipazione attivati nei Laboratori hanno esito negli Accordi di cittadinanza, strumenti flessibili, con durata variabile, aggiornabili a seconda dei risultati dei monitoraggi sulla loro attuazione, rinnovabili dopo la loro scadenza.

Il passo in avanti è significativo: un ‘progettare insieme’, un co-design degli interventi, di cui la comunità locale diventa protagonista sia in termini di definizione dei bisogni e delle priorità, sia in termini di attivazione a favore della gestione degli spazi e dei progetti. Il territorio di riferimento nel suo complesso, e non più il singolo oggetto o progetto sul territorio, diventa quindi il Bene comune, che i cittadini sono chiamati a ripensare e animare, sia attraverso la sinergia con l’Amministrazione, sia valorizzando e creando relazioni tra loro stessi, all’interno della comunità locale.

Un approccio al Bene comune e alla sua Cura innovativo, che sarà codificato nel Regolamento di cittadinanza, in discussione nella seduta del Consiglio comunale  del prossimo 21 dicembre, divenendo uno ‘modo di essere e di agire’ patrimonio della città. Un modello tutto reggiano che costituisce una novità anche in campo nazionale.

 

LA CITTADINANZA NEL MANDATO – Tra gli indirizzi del Programma di mandato del sindaco Luca Vecchi, approvato nel giugno 2014, vi è la policy (politica e prassi pubblica) di cittadinanza “La città partecipata, sicura e intelligente”, al cui interno si sviluppa la strategia di sostegno al protagonismo civico e responsabile dei cittadini.

Questa strategia mira alla ‘valorizzazione del capitale umano della nostra città’, attraverso la promozione di iniziative ‘dal basso’ concertate con la rete delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, degli operatori economici e culturali che possono essere da stimolo per mettere al centro la partecipazione dei cittadini. Partecipazione non solo finalizzata all’ascolto, ma anche a garantire adeguati strumenti di empowerment (valorizzazione e legittimazione con un accrescimento delle sue capacità e poteri) della comunità, in una logica di co-responsabilizzazione non mediante meccanismi formali di richiesta parere-espressione di voto, ma di confronto attivo e partecipe. Il progetto ‘Qua_Il quartiere bene comune’ rientra in questa policy.

 

GLI ACCORDI DI CITTADINANZA – Ognuno dei quattro Accordi di cittadinanza sottoscritti in questi giorni corrisponde a un ambito territoriale, presenta ogni territorio sul piano storico, urbanistico, demografico e sociale (riportando informazioni e dati aggiornati), illustra il metodo e ricostruisce il percorso di partecipazione (ascolto, co-progettazione, condivisione, firma dell’Accordo, attuazione gestione e monitoraggio dell’Accordo, valutazione e rendicontazione dei risultati), descrive i bisogni emersi, le proposte di soluzione delle criticità e quindi gli obiettivi, i progetti e le azioni con indicazioni sulla tempistica e sulle risorse economiche disponibili.

Il totale delle risorse economiche stanziate dal Comune per questi primi quattro Accordi è di 60mila euro.

Le proposte progettuali sono suddivise nei due grandi campi: Cura della comunità e Cura della città. Il primo identifica tutte quelle opportunità e servizi alla persona destinati a migliorare la qualità della vita nei quartieri; il secondo invece tutte quelle opere di manutenzione ordinaria e di infrastrutturazione dello spazio pubblico come luogo di vita e di socialità. Per ogni ambito è indicato anche un progetto-chiave, qualificante e identificativo di ciascun territorio e della comunità che lo abita.

 

PROGETTI PER RIVALTA, COVIOLO E SAN RIGO – Nell’ambito di Rivalta, Coviolo e San Rigo (in totale 7.323 abitanti) emergono un forte senso di identità e spirito di partecipazione alimentato fra l’altro da una considerevole presenza di associazioni e centri sociali.

Fra i progetti più significativi previsti dall’Accordo vi sono:

– apertura di una Casa della Partecipazione, luogo di aggregazione per Rivalta;

– apertura di nuovi punti wi-fi e infrastrutture di rete digitale con promozione della cultura digitale;

– sviluppo del progetto Coviolo wireless;

– attività di Bookcrossing zone a Rivalta;

– nuove opportunità e risorse per Leggere nel parco tra San Rigo e la Vasca di Corbelli;

– interventi per la sicurezza stradale e qualità urbana, ad esempio in via della Repubblica (segnaletica, educazione stradale);

– percorso partecipato per individuare connessioni con percorsi ciclabili tra le frazioni e greenway;

– nuove attività sportive e di socialità ai centri sociali Biasola e Vasca di Corbelli;

– un cartellone unico di eventi per le diverse Ville;

– verificare la fattibilità di un mercatino dell’antiquariato ‘I segreti di Rivalta: il mercato in Reggia’ per autofinanziare i lavori alla Reggia estense.

 

PROGETTI PER MASONE, MARMIROLO, CASTELLAZZO E RONCADELLA – L’ambito che comprende Masone, Marmirolo, Castellazzo e Roncadella (in totale 2.193 abitanti) è il meno popoloso, relativamente più stabile sotto il profilo socio-demografico, la comunità è più radicata nel territorio.

Si indicano i seguenti progetti:

– un percorso partecipato per l’individuazione di Piste rurali tra le frazioni;

– il progetto di socialità per il Centro sociale Primavera di Masone, con spazi e attività per cultura e ricreazione rivolti a bambini, ragazzi e famiglie, con particolare attenzione alla lettura e al bookcrossing;

– il progetto di comunità per il parco di Masone, con la realizzazione di nuovi spogliatoi, id un punto ristoro e il ripristino dell’illuminazione “intelligente”;

– un Parco Frutteto condiviso a Castellazzo, con essenze arboree specifiche, possibilità di incontri e attività;

– il sostegno economico per il Progetto di socialità per Marmirolo.

 

PROGETTI PER VILLA SESSO – A Villa Sesso, che con i suoi 4.592 abitanti e le sue dinamiche socio-demografiche è di fatto un paese, il tema chiave è consolidare l’identità e la centralità della frazione rispetto al territorio circostante.

Fra i progetti in cantiere:

– un Calendario di eventi condiviso dalle diverse realtà sociali, anche con l’individuazione di un interlocutore unico per i rapporti con l’Amministrazione;

– sostegno e sviluppo di Progetti educativi quali Educatori di comunità, Campus Riconoscersi,  Cinquanta sfumature di giovani;

– il coinvolgimento dei cittadini, in particolare i più giovani e di origine non italiana, in progetti interculturali, anche con attività sportive ed extra scolastiche, educative e formative, con sostegni a progetti specifici;

– potenziamento delle attrezzature, con la partecipazione della comunità, per gli spazi pubblici intorno a piazza Leo Valiani, intesa come cuore di Villa Sesso, con la relativa stesura di studi di fattibilità;

– supporto all’attività dei Volontari del Verde.

 

PROGETTI PER CELLA, CADÈ E GAIDA – Nell’ambito che comprende le Ville Cella, Cadè e Gaida risiedono in totale 5.329 persone. Queste frazioni hanno caratteristiche relativamente differenti sul piano topografico e urbanistico: in particolare Cella, la più popolosa (circa 2.800 abitanti) è più vicina e connessa al tessuto urbano cittadino. Tutte è tre le frazioni hanno registrato negli ultimi 15 anni un sensibile incremento demografico, tutte sono attraversate dalla Via Emilia e sono arricchite dalle attività di parrocchie, centri ricreativi e scuole.

Fra i progetti nell’Accordo:

– percorso partecipato con i cittadini per la progettazione e l’allestimento del parco pubblico di Gaida;

– supporto all’attività dei Volontari del Verde;

– promozione di progetti di Educazione civica e ambientale nelle frazioni con la partecipazione delle associazioni presenti sul territorio.

– proseguimento dell’attività di Alfabetizzazione per donne migranti e ampliamento a Cadè;

– consolidamento dell’attività del Campus Abracadabra nella scuola primaria ‘Paola Valeriani’ di Cadè;

– attivazione di due Cantieri Giovani a Cella e Cadè, per supportare la comunità nelle relazioni con i giovani;

– promozione dell’integrazione di cittadini migranti.

 

















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