La Polizia di Stato di Reggio Emilia sta eseguendo sei perquisizioni nei confronti di simpatizzanti e militanti dell’associazione Veneto Fronte Skinheads residenti nelle province di Reggio, Mantova e Verona dopo che, nel novembre scorso, aveva ‘firmato’ blitz contro la sede della Caritas reggiana e le sedi Pd di Reggio e Correggio “per denunciare – aveva rivendicato – chi continua a condurre un chiaro disegno politico finalizzato all’annientamento dell’identità italiana”.
I fatti in questione fanno riferimento all’iniziativa rivendicata dall’associazione Veneto Fronte Skinheads riguardante l’affissione, avvenuta in questa provincia nelle prime ore dello scorso 25 novembre, di sagome di cartone rappresentanti la forma di un uomo dipinto con i colori della Bandiera nazionale e di volantini formato necrologio riportanti le scritte “Falsa carità sociale: business criminale – VFS” e “Ius soli e immigrazione: avete ucciso la nazione – VFS” collocate rispettivamente davanti alla locale sede della Caritas in via Dell’Aeronautica n. 4 e le sedi del Partito Democratico di questo capoluogo ubicata in via Gandhi n.22 e di Correggio sita in via Conciapelli nr.9/G.
La Digos della Questura di Reggio Emilia, il cui personale era intervenuto in questo capoluogo in occasione degli eventi, di concerto con i collaterali uffici di Mantova e Verona ha proceduto, su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia Dr.ssa Maria Rita Pantani, a complessive sei perquisizioni personali e locali a carico di militanti/simpatizzanti dell’associazione Veneto Fronte Skinheads: 2 in provincia di Reggio Emilia, 3 in provincia di Mantova e 1 in provincia di Verona.
Di seguito all’attività d’indagine espletata da questa Digos, supportata dalla visione dei filmati del sistema di video-sorveglianza esterna della sede del P.D. di Reggio Emilia e corroborati dagli elementi emersi in sede di perquisizione, sono state indagate, dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, per concorso in minacce gravi (…con l’aggravante del fatto simbolico ed anonimo riferito al formato dei necrologi) sei persone aventi un’età compresa tra i 22 e i 41 anni. Due abitano in un paese della bassa reggiana, tre in provincia di Mantova e uno a Verona. Tutti frequentano raramente questo capoluogo. Solo uno di loro, abitante nella provincia di Mantova, ha precedenti di polizia per reati commessi in ambito politico: ingiuria, minacce, radunata sediziosa, accensioni e esplosioni pericolose, imbrattamento e deturpamento di cose altrui e apologia del fascismo.
Per l’azione è stato utilizzato un furgoncino per trasportare le sagome di cartone e un’autovettura sulla quale sono saliti gli autori dell’evento.
Durante l’attività di P.G. sono emersi anche elementi inconfutabili a carico di due perquisiti, uno reggiano e l’altro mantovano, da farli ritenere gli autori materiali dell’affissione dei manifesti “formato A4” recanti la scritta “Resistenza? Infami”, tracciata su una fotografia che ritrae un gruppo di partigiani con una prigioniera, avvenuta nella notte dello scorso 16 settembre sulla bacheca delle sed i dello SPI/Cgil di Rolo, e sulle porte d’ingresso delle sedi del Partito della Rifondazione Comunista di Reggiolo e dell’A.N.P.I. di Fabbrico.
I due predetti sono stati deferiti all’A.G. anche per quel reato, nella fattispecie diffamazione.
Alcuni degli indagati, la notte dello scorso 4 novembre, hanno sicuramente partecipato anche all’affissione degli striscioni rivendicati da Progetto Nazionale: “4.11.1918: non passa lo straniero – 4.11.2015: accogliamo il continente nero”, rinvenuti in questo capoluogo sul cavalcavia pedonale di viale Piave e sulla rete di recinzione della cooperativa sociale e di solidarietà “Dimora di Abramo”, struttura per l’accoglienza di giovani immigrati sita in via Normandia 26.
E’ la prima volta che Progetto Nazionale e il Veneto Fronte Skinhedas si sono evidenziati in questa provincia.