Alce Nero, il marchio di oltre mille agricoltori e apicoltori biologici, impegnati, dagli anni ’70, in Italia e nel mondo, nel produrre cibi buoni, sani e che nutrono bene, si aggiudica il progetto per la riqualificazione urbana e l’alienazione dell’area di proprietà comunale di via Speranza (San Lazzaro), oggi occupata da magazzini, dall’archivio e dalla stazione ecologica.
Il progetto, presentato oggi presso la Sala di Consiglio del comune di San Lazzaro, da Lucio Cavazzoni e Massimo Monti, presidente e amministratore delegato di Alce Nero e dalla responsabile Comunicazione, Chiara Marzaduri e Salvatore Aloe, presidente di Berberè, ospiti del Sindaco Isabella Conti e della Dirigente alla pianificazione del territorio arch. Anna Maria Tudisco, si fonda sul concetto centrale di rigenerazione urbana.
L’area in cui sorgerà il Campus di Alce Nero è ora infatti per il 75% resa impermeabile dalla cementificazione. In seguito al processo di trasformazione proposto dall’azienda sarà restituita alla zona la naturale permeabilità del suolo: verranno eliminati 11.000 mq di superfici impermeabili e demoliti 17.000 mc di fabbricati esistenti, espressione della volontà di de-cementificazione e rigenerazione urbano-ambientale proposta dal bando di riqualificazione. Si invertiranno così le proporzioni: 75% sarà l’estensione della superficie permeabile con 4.500 mq di aree boscate in più per aumentare la biomassa vegetale, la creazione di aree per gli orti urbani e circa 2.000 mq di aree verdi come dotazioni territoriali standard. Il progetto creerà così le condizioni perché non vi sia una semplice sommatoria degli elementi urbani, ma una composizione armonica fondata sul valore degli elementi naturali. L’area è inoltre contigua al tratto di Torrente Savena identificato come corridoio ecologico territoriale, che mette in relazione aree protette, tra cui la grande zona del Parco dei Gessi con la città di San Lazzaro di Savena.
“Con grande orgoglio presentiamo un progetto fortemente voluto dall’amministrazione e che Alce Nero ha saputo interpretare nel modo migliore possibile. Su tre punti fondamentali si incardina la forza del percorso di de-cementificazione di questo progetto: la connessione tra memoria e innovazione, con l’archivio storico del comune di San Lazzaro di Savena che è posto al centro di questo progetto innovativo e ne diventa cuore pulsante; la valorizzazione dei corsi d’acqua attraverso la realizzazione di un parco lungo fiume, che metterà in collegamento il nuovo campus ai percorsi già esistenti; la de-impermeabilizzazione del suolo. Grazie alla realizzazione di questo progetto infatti si assisterà al ribaltamento delle percentuali di impermeabilizzato: al momento siamo al 75% di verde impermeabilizzato che diventerà il 25% a progetto terminato. Siamo convinti che con queste tre direttrici si stia compiendo una rivoluzione ambientale che andrà a beneficio di tutti”, dice il Sindaco Isabella Conti.
Una rigenerazione ambientale che disegnerà un luogo dall’identità privata e pubblica allo stesso tempo, sempre fruibile dalla cittadinanza: un luogo vivo e in evoluzione, non un palazzo, ma un campus, non solo uffici e ristorante, ma una scuola permanente.
Il campus Alce Nero sarà formato da quattro elementi fondativi: il Parco fluviale e le aree verdi; il Parco- parcheggio su via Speranza; i due nuovi edifici; gli spazi per le attività formative e ludiche. Una delle due costruzioni ospiterà l’Archivio Comunale, sede della memoria storica della città; il secondo edificio dalle forme e dai volumi più organici accoglierà invece funzioni private legate alla formazione, al lavoro, alla cultura del biologico, alla conoscenza e all’innovazione. Lavoreranno qui tutte le persone di Alce Nero, ad oggi 60, che prenderanno casa insieme a tecnici di campo e di laboratori produttivi, cuochi e ricercatori.
“Il comune ha immaginato una riqualificazione per ridare vita e dignità ad un luogo che può tornare di straordinaria bellezza. Il biologico raccogliere questa sfida e propone un luogo che sia prima di tutto di relazione: relazione tra chi pensa, comunica e immagina il cibo buono, chi lo coltiva, chi lo cucina e chi lo mangia. Un luogo di scambio e di innovazione costanti, una scuola permanente, veramente sostenibile. Un luogo di cultura e di coltura. Per questo porteremo qui le nostre persone e saremo aperti ad accogliere chiunque vorrà viverlo con noi”, Lucio Cavazzoni Presidente di Alce Nero.
Il progetto architettonico è stato disegnato dall’Architetto Giambattista Ghersi di Rizoma Architetture, Studio bolognese.
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