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Consacrazione dell’altare della Cappella dell’Ospedale di Montecchio

consacrazioneSi è svolta domenica 6 dicembre 2015 una breve cerimonia per la consacrazione del nuovo altare e la presentazione della cappella dell’Ospedale di Montecchio. Il rito religioso è stato presieduto dal Vescovo Massimo Camisasca, alla presenza di numerose autorità.

La nuova cappella, pur ricavata in un locale di ridotte dimensioni (ricordiamo che il compito primo di un ospedale rimane sempre quello di curare e che gli spazi non bastano mai), è stata prevista nel progetto generale in attuazione al centro della croce che contraddistingue la planimetria dell’Ospedale Franchini di Montecchio Emilia. Questa posizione baricentrica aggiunge un elemento simbolico alla localizzazione, com’era anche negli antichi ospedali dove la chiesa era sempre al centro della “crociera” delle varie ali, e permette che lo spazio sia direttamente accessibile attraverso tutti i percorsi e da tutti gli utenti: pazienti, parenti, visitatori, medici e personale.

L’idea di allestire uno spazio confortevole e intimo è nata dalle riflessioni dei progettisti e del personale AUSL con l’aiuto di Monsignor Ghirelli, Direttore dell’ufficio diocesano Beni Culturali e edilizia di culto. L’idea progettuale è quindi di uno spazio raccolto, uno “scrigno prezioso”, come ha sottolineato il Vescovo S.E. Monsignor Massimo Camisasca, che possa ospitare le persone che necessitano di un momento di raccoglimento, di cura spirituale e di filtro rispetto alle inevitabili sofferenze presenti nell’ospedale.

La sua realizzazione è stata possibile grazie alle generose donazioni delle persone e delle aziende coinvolte, che hanno partecipato con entusiasmo alla sua creazione, in particolare il pittore e scultore Alfonso Borghi, che ha realizzato e donato tutte le opere d’arte che impreziosiscono lo spazio sacro, la società Binini Partners, le società F.B di Angelo Barbieri, Sicrea Group e Siteco, Poltronesofà, a cui va il sentito ringraziamento dell’Azienda USL di Reggio Emilia.

Interno

Il tema ispiratore della cappella è quello degli episodi di guarigione, sia corporale che spirituale, come viene spiegato nell’incisione presente sull’acquasantiera riportante la frase “dalle sue piaghe siete stati guariti” (Prima lettera di Pietro 2,24). Al suo interno infatti è presente un progetto iconografico che inizia col “ciclo dei miracoli”, un breve percorso spirituale formato da quattro dipinti (40×40 cm) che ripercorre la storia della salvezza, partendo dall’elevazione del serpente di bronzo nel deserto (Numeri 21,4-9), proseguendo con l’episodio del buon samaritano (Luca 10,25-35) e la rappresentazione dell’ultima cena (Giovanni 13), terminando con la resurrezione di Gesù (Giovanni 20,1-30). Sul lato opposto della cappella è presente invece il grande dipinto della crocefissione “La Terra Santa” (400×180 cm) che esemplifica il tema dei miracoli raccogliendo al suo interno numerose scene di guarigioni anche spirituali (La risurrezione di Lazzaro, la guarigione dei dieci lebbrosi, il dialogo con la donna adultera…). La forza della pittura informale del maestro Alfonso Borghi, qui lascia al visitatore la libertà di intravedere e intuire ulteriori scorci salvifici tra gli andamenti irregolari della sua materia. Sul lato dell’ingresso si può osservare un’immagine dedicata alla Madonna (100×180 cm), di particolare efficacia e contemporaneità, che porta a compimento e conclude l’intero percorso iconografico. All’esterno è stata collocata una scultura in bronzo che identifica il locale come cappella e, tramite l’immagine di Zaccheo che sale sul sicomoro, colloca lo spazio nell’ambito del sacro. Una targa riporterà la frase: Gesù rispose a Zaccheo: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Luca 19,9).

Gli arredi sono stati pensati all’interno del processo progettuale complessivo per una realizzazione coordinata e coerente capace di dialogare con l’apparato artistico contemporaneo. L’utilizzo del corten per la realizzazione del tabernacolo, dell’ambone e dell’acquasantiera, attraverso forme geometriche minimali, contribuisce all’atmosfera calda e accogliente creatasi grazie alle terre usate da Alfonso Borghi per la realizzazione della tela raffigurante la crocefissione. Il blocco unico di travertino utilizzato per l’altare fornisce infine un elemento celebrativo solido che costituisce il punto principale di riferimento dell’aula. Le dimensioni ridotte dell’ambiente costringono a disporre le sedute in legno attorno all’altare creando uno spazio proporzionato e ricordante la mensa del convito pasquale.

















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