“Siamo qui per aprire il nostro cuore a questo anno di grazia” : dalla liturgia il senso della celebrazione presieduta oggi 8 dicembre dal vescovo Erio alla Casa circondariale S. Anna di Modena. “Una celebrazione auspicata dalla direttrice Rosa Alba Casella già alla proclamazione dell’Anno Santo – racconta il cappellano del carcere don Angelo Lovati – a un mese dalla morte di mons. Lanfranchi: e oggi siamo qui, felici di accogliere il nuovo vescovo Erio”.
Parole di gratitudine le prime pronunciate dal vescovo nell’Omelia: “Per il Signore che ci ha convocati qui, per la direzione, che ha avuto l’idea di anticipare l’Anno Santo con questa celebrazione, per don Angelo e gli altri volontari che operano in carcere, per gli agenti di Polizia penitenziaria e per tutti voi che avete accolto l’invito a vivere questa celebrazione”. Le parole del Vangelo sono quelle dell’Annunciazione dell’angelo a Maria. “Maria che rischiava ben di più del carcere: era promessa sposa, se si fosse saputo che era incinta, e non del fidanzato, rischiava la morte, e lo sapeva bene”. Maria si trova imprigionata nella gabbia di un progetto diverso di Dio per lei e ne rimane turbata. “le vere gabbie – ha proseguito il vescovo – sono quelle del cuore, questo è il carcere più pesante. Ci sono persone esteriormente libere, ma prigioniere nelle sbarre del proprio egoismo; la libertà più importante è invece quella de cuore, possibile anche quando quella materiale è limitata. Il 13 apriremo la Porta Santa in Cattedrale, oggi apriamo la porta santa del cuore: il Signore ci chiede di credere nella possibilità di riscatto, di essere amati, di crescere attraverso le esperienze più dure, di tenere aperto il cuore con le possibilità che abbiamo: per voi qualche sorriso in più, parole buone con gli altri, la condivisione dei momenti formativi. Il Signore ci aiuti a buttare giù le sbarre interiori che ci tengono imprigionato l’animo”.
Le preghiere dei fedeli hanno ricordato sacerdoti e volontari, la polizia e la direzione, e tutti i detenuti nel loro percorso. Una lunga ed accorata preghiera è stata proposta alla fine della celebrazione: “In questa comunità di peccatori – ha detto uno dei detenuti – ci è data la possibilità di avere infiniti passaggi attraverso porte sante. Ogni cosa umana può diventare figura del Divino e occasione di rinnovamento, se docilmente ci rediamo disponibili a farci guidare dal Colui che è nostro Padre”.
Alla fine il Vescovo ha ricevuto alcuni doni, realizzati dai detenuti: una capanna del presepe, fatta interamente a mano, due cornici di chicchi di riso, un compri ambone ed un copri leggio cuciti e ricamati a mano, un cestino di carta fatto con materiale di recupero, che diventa una bomboniera. I detenuti del S. Anna offrono al vescovo, per una famiglia povera, un set di bomboniere fatte a mano da loro con questa tecnica, sottolineando l’invito ad averlo ancora con loro.
Il vescovo, ringraziando per i doni, ha confermato che celebrerà l’Eucarestia in carcere anche il giorno di Natale.