Una scarica elettrica che gli ha carbonizzato la mano destra causandogli gravi ustioni di II e III grado all’addome per le quali un 56enne reggiano è stato ricoverato in gravi condizioni al centro grandi ustionati dell’Ospedale Maggiore di Parma. Una vicenda, quella verificatasi a fine novembre a San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, e che ora le indagini dei carabinieri della locale Stazione hanno permesso di ricostruire con esattezza riconducendo quel grave incidente a un tentativo di furto di rame da una cabina elettrica di una ditta dismessa.
Questa la singolare vicenda culminata con la denuncia per furto aggravato che i carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza hanno inoltrato alla Procura reggiana a carico di un 46enne di Canossa. L’origine dei fatti lo scorso 26 novembre quando i carabinieri di san Polo d’Enza su input dell’operatore in servizio al 112 intervenivano presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Montecchio Emilia dove i sanitari avevano segnalato l’arrivo di un uomo folgorato accompagnato in ospedale dalla moglie. L’uomo date le gravi condizioni (presentava la mano destra carbonizzata e ustioni di II e III grado all’addome) veniva trasferito al Maggiore di Parma con i carabinieri che avviavano gli accertamenti per cercare di capire cosa fosse accaduto. La ricostituzione investigativa della dinamica dei fatti portava ad accertare che il 56enne reggiano dopo aver forzato la porta d’accesso di una cabina elettrica, ubicata nell’area di una ditta dismessa di San Polo d’Enza, cercava di asportare 3 barrature di rame, della lunghezza complessiva di 2 metri. Nel commettere il furto l’uomo rimaneva folgorato per poi, proprio per non passare gli odierni guai, ricorrere ai familiari per farsi portare in ospedale. Dopo il ricovero alla luce di quanto ricostruito dai carabinieri l’uomo veniva quindi denunciato per furto aggravato.