Sono oltre 1600 a Modena i bambini da 3 a 6 anni che frequentano le scuole d’infanzia affiliate alla Fism, la Federazione italiana scuole materne; vale a dire circa il 35 per cento del totale. Con la Fism, “che è parte del sistema pubblico integrato 0/6 anni della nostra città”, come ha sottolineato l’assessore alla Scuola del Comune di Gianpietro Cavazza, l’Amministrazione comunale ha stipulato anche negli anni addietro un protocollo d’intesa per la gestione del sistema integrato e una convenzione con ogni singola scuola che definisce impegni reciproci e quantifica i contributi.
La nuova proposta di convenzione, presentata oggi giovedì 3 dicembre in Consiglio comunale, è valida per il triennio 2015-2018 e ricalca in buona parte il modello esistente. “L’obiettivo – ha continuato Cavazza – è sostenere la qualità delle sistema pubblico integrato e continuare a espandere l’offerta formativa per garantire a tutti i bambini i diritto a frequentare la scuola d’infanzia. Oggi le scuole Fism hanno in media due educatori per sezione e, rispetto al passato si è arricchita l’offerta didattica. Dalle indagini sul grado di soddisfazione dell’utenza, realizzate dal Comune, si evince, inoltre, che la valutazione data dalle famiglie delle scuole Fism (voto 8,4) è analoga a quella assegnata dai genitori dei bambini che frequentano le scuole comunali.
La nuova convenzione introduce alcune migliorie, per esempio, assegnando una quota di contributi (complessivamente 35 mila euro annui) prima ripartiti tra le scuole in base al numero di alunni stranieri, a progetti più strutturati che le singole scuole presenteranno per favorire l’integrazione di tali alunni. Per quanto riguarda i contributi economici annuali assegnati dal Comune, la convenzione stabilisce che per il primo anno ammontino a 16.500 euro a sezione quest’anno, pari alla cifra erogata nell’ultimo anno della convenzione in scadenza. E prevede lieve aumenti per i prossimi due anni: 16.600 per l’anno scolastico 2016/17 e 16.800 per il 2017/18. Per l’intera durata della convenzione e per tutte le 21 scuole Fism il Comune stanzierà circa 5 milioni 575 mila euro.
Con il Protocollo si definisce il contributo dell’Amministrazione per il funzionamento didattico delle scuole, il contributo per il coordinamento pedagogico, il contributo per gli insegnanti di sostegno, il contributo per progetti di miglioramento/qualificazione didattica e integrazione degli alunni, gli incentivi per la formazione dei docenti, il sistema di verifiche e controlli attuate attraverso il Comitato di Gestione del Protocollo e la Commissione didattica e il Centro unico delle iscrizioni delle scuole d’infanzia, che gestisce le domande di ammissione alle scuole dell’infanzia statali, comunali, convenzionate e Fism.
Da parte loro le scuole si impegnano ad ammettere alla frequenza i bambini che ne facciano richiesta senza esclusioni; assicurare adeguate figure di sostegno ai diversamente abili; costituire sezioni composte di norma da 26 bambini, massimo 28; fornire due insegnanti per sezione; assicurare l’apertura per almeno 39 settimane annue; rispettare le normative edilizie e di sicurezza riguardo le strutture e l’attività svolta. Le scuole assicurano inoltre la formazione degli insegnanti e la partecipazione dei genitori alle attività della scuola; partecipano a progetti di continuità con scuole primarie; aderiscono al sistema dei controlli previsti nel protocollo generale e si impegnano a realizzare un’offerta formativa di elevata qualità.
IL CONSIGLIO APPROVA IL PROTOCOLLO
A favore Pd, Sel, Fas e CambiaModena, contro M5s, astenuti Per me Modena e FI
Il Consiglio comunale ha dato il via libera alla firma del Protocollo d’intesa tra il Comune di Modena e la Federazione italiana scuole materne (Fism), valido per il triennio 2015-2018, per la gestione di un sistema pubblico integrato da zero a sei anni.
Nella seduta di giovedì 3 dicembre si sono espressi a favore della delibera Pd, Sel, Futuro a sinistra (Fas) e CambiaModena, contro il M5s e si sono astenuti Per me Modena e FI.
Il protocollo ricalca in buona parte il modello esistente ma introduce alcune migliorie, ad esempio la ripartizione di una quota di risorse sulla base dei progetti sviluppati dalle scuole.