Ferrari. Primo marchio al mondo. Eccellenza assoluta del made in Italy. Stabilimenti all’avanguardia pensati per la Formula 1 e, spiegano i dirigenti, costruiti con la “formula uomo, cioè mettendo l’uomo, vero motore dell’azienda, al centro”. La commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, è stata oggi alla Ferrari, nello stabilimento di Maranello, per una visita istituzionale: “E’ un onore essere qui- ha affermato Serri- e poter toccare con mano una delle realtà produttive leader nel mondo, che dà lustro al Paese, è la bandiera della nostra terra e porta ovunque l’anima dell’Emilia-Romagna”.
Yuri Torri (Sel) ha espresso apprezzamento per la visita, sottolineando come “in Ferrari la tecnologia e l’innovazione nella produzione si abbinino alla perfezione all’attenzione per il lavoratore e all’ambiente di lavoro, rappresentando un fondamentale parametro per le politiche economiche della Regione”.
Barbara Lori (Pd), sottolineando “l’importanza della visita”, ha evidenziato di essere rimasta colpita “dall’attenzione alla qualità del lavoro, che, più ancora della tecnologia, in Ferrari è il vero valore aggiunto, come dimostra la cura con cui sono stati pensati e realizzati tutti gli ambienti aziendali, a partire dalle catene produttive, e la formazione permanente garantita al personale”.
Stefano Bargi (Ln) ha parlato di “una realtà aziendale molto positiva, in cui si utilizzano logiche premiali per i dipendenti rispetto ai risultati ottenuti, a partire da più soldi in busta paga. Davvero un bel contesto dove lavorare”.
Per Tommaso Foti (Fdi-An), la Ferrari rappresenta “un piccolo ma grande gioiello dell’industria italiana, dove, al di là delle tecnologie, vi è ancora la passione degli uomini per poter fare grandi cose”.
Giulia Gibertoni (M5s) ha affermato che “la Ferrari è motivo d’orgoglio per la nostra regione e visitandola si comprende bene perché sia diventata il primo brand al mondo”. Spiace, quindi, vedere come, “nonostante l’ordine del giorno del Gruppo 5 Stelle approvato dall’Aula, che impegnava il presidente Bonaccini a intervenire risolutamente sul Governo per evitare che la holding Ferrari venisse spostata all’estero, il Cavallino sia galoppato ad Amsterdam”.