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Donne, Giornata internazionale contro la violenza: un convegno in Assemblea legislativa affronta il tema dell’educazione

Mori-PetittiPer combattere ed eliminare la violenza contro le donne, il primo passo da fare è partire dall’educazione come forma fondamentale di prevenzione tra i più giovani. Educazione che deve toccare anche la sfera delle relazioni affettive tra le ragazze e i ragazzi, dove troppo spesso – come riferiscono gli stessi adolescenti – emergono comportamenti di controllo e limitazione delle reciproche libertà, ricatti, incapacità di accettare un rifiuto, dove la gelosia spacciata per un segno d’amore è un comportamento di controllo, dove la moda dello scambiarsi la foto del corpo può diventare elemento di vendetta.

Di questi temi si è discusso oggi nella Sala Polivalente ‘Guido Fanti’ dell’Assemblea legislativa regionale, a Bologna, alla presenza di esperti e operatori, al convegno “Primo Passo educare”, promosso dalla commissione Parità e diritti delle persone e dalla Giunta regionale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“La violenza contro le donne è il più odioso dei crimini perché colpisce l’aspetto fondamentale della dignità della donna. La maggior parte dei casi, come sappiamo, avviene fra le mura domestiche ed è inflitta da persone che si conoscono, di cui si ha fiducia, ciò lo rende ancora più abominevole perché provoca l’annullamento della personalità della donna”, ha affermato la presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera. “Nel mondo, per le donne fra i 14 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte e invalidità, più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali- ha poi ricordato la presidente, riferendo i dati di ricerche condotte dal Parros Institute di Londra e dall’Università di Harvard-. I numeri concordano sul fatto che la violenza sia un fenomeno endemico nei Paesi sviluppati come in quelli in via di sviluppo, una piaga che non conosce differenze culturali e sociali”. È dunque fondamentale tenere alta la guardia per rafforzare le battaglie di cultura e di civiltà di tutta la società e sostenere le donne che hanno il coraggio di chiedere giustizia per crimini così inumani e dolorosi: “L’Emilia-Romagna ha da decenni preso coscienza dell’importanza di politiche non solo di contrasto, ma prima di tutto di prevenzione e di formazione- ha concluso Saliera-. Prevenire vuol dire formare: formare le giovani generazioni sul delicato tema dei diritti, coinvolgendo gli uomini nel prenderne coscienza, il che in primo luogo significa rispetto della loro personalità”.

“Contrastare la violenza a partire dall’educazione è affrontare il problema da un punto di vista speciale, che richiede un alto livello di qualità- ha affermato Roberta Mori, presidente della commissione Parità e diritti delle persone-. Si tratta di un percorso complicato perché implica la capacità di spostare lo sguardo da una visione stereotipata a un approccio che comprenda l’educazione al genere, alla parità, ai diritti e al rispetto reciproco. Rendere consapevoli le nuovissime generazioni significa intercettare gli strumenti giusti per trasmettere questi contenuti”. Con la recente legge quadro regionale sulla parità, ha quindi ricordato Mori, “la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo azioni pervasive e trasversali. Azioni che richiedono la responsabilità e il contributo di tanti soggetti con i quali abbiamo costruito una rete attiva e consapevole che proprio nell’educazione richiama un particolare impegno. Dopo un processo qualificato e competente- ha concluso Mori- attendiamo e lavoriamo per il prossimo Piano regionale contro la violenza sulle donne che sta per essere avviato. Il piano prevede un maggiore ruolo dei centri antiviolenza e un coinvolgimento più ampio dei diversi soggetti che agiscono sul territorio nel campo della prevenzione”.

Saliera“Negli ultimi venti anni abbiamo realizzato attività di ricerca e pratiche virtuose che oggi la Regione vuole mantenere e mettere a sistema e valorizzare al massimo- ha affermato Emma Petitti, assessore alle Pari opportunità-. Nel contrasto alla violenza contro le donne il fronte dell’educazione e della formazione è un asse fondamentale e rappresenta una delle sfide più importanti. Il piano regionale antiviolenza, nato con il contributo di tutte le realtà che svolgono un enorme lavoro sui territori- ha proseguito Petitti- intende potenziare questa rete, perché solo se sentiamo che la sfida è comune a tutti i soggetti potremo dare il nostro contributo nei prossimi anni. Si tratta di una sfida culturale e bisogna far sì che gli uomini siano parte importante di questo progetto”.

(Nelle foto da sinistra, l’assessore Petitti e la presidente Mori, nell’altra la presidente Saliera)

















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