Il 27 novembre alle ore 16.45 è in programma uno dei momenti più significativi tra le diverse iniziative allestite dal Comune di Rubiera in collaborazione con diverse realtà associative e culturali del territorio, in occasione della giornata internazionale contro la violenza verso le donne. Si tratta dell’intitolazione della sede Auser di Via Emilia Est 38/A a Lea Garofalo, vittima della ndragheta. La giornata vedrà la partecipazione e la testimonianza delQuestore di Reggio Emilia Isabella Fusiello, che parlerà del suo impegno di donna per la difesa della legalità.
La volontaria Auser Paola Montani curerà un approfondimento sulla storia di Lea Garofalo, calabrese, la prima pentita della ‘ndrangheta al nord. Fu Lea la prima ad alzare il velo sugli affari dei clan guidati da suo marito Carlo Cosco nel cuore di Milano, rivelazioni che pagò con la vita: fu assassinata dall’ex compagno nel 2009. Lea aveva infatti deciso di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno. Fu sottoposta a programma di protezione dal 2002, ma nel novembre del 2009 Cosco la attirò con l’intento di parlare del futuro della loro figlia Denise. Sabatino e Venturino rapirono la donna e la consegnarono a Vito e Giuseppe Cosco, i quali la torturarono per ore per farla parlare e poi la uccisero il 24 novembre. Proprio nei giorni scorsi, la storia di Lea è stata proposta attraverso un film realizzato per la Rai da Marco Tullio Giordana, con un audience altissimo.
L’intitolazione della sede Auser a questa figura di donna trova anche riscontro nelle tante attività sociali che l’associazione rubierese porta avanti, nella sede rinnovata e inaugurata lo scorso marzo: corsi di taglio e cucito, iniziative culturali ed artistiche, laboratori creativi, corsi di cucina, mostre e iniziative di valenza sociale come incontri e conferenze su aspetti importanti dell’attualità e a tema civico.
Spiega la presidente di Auser Rubiera Vera Romiti: “Il coraggio di questa donna e della figlia Denise, che hanno sfidato un mondo di violenza e di ingiustizia, ci hanno colpito nel profondo. Dare il nome di Lea Garofalo alla nostra sala lo rende parte della nostra vita quotidiana: ogni volta che organizzeremo qualcosa e ci daremo appuntamento in questo luogo, sarà un modo per ricordarla e renderle onore. Niente di più bello, poi, avere il Questore di Reggio Emilia in un’occasione come questa”.