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“Qualcosa a cui pensare”, al Teatro Piccolo Orologio in scena le illusioni e le aspettative dei giovani

Qualcosa-a-cui-pensareUno spettacolo brillante, spiazzante, drammaticamente comico. Uno spettacolo che parla ai giovani, scritto e interpretato da giovani protagonisti del teatro italiano. “Qualcosa a cui pensare” di Emanuele Aldrovandi, messo in scena dalla compagnia Chronos3 per la regia di Vittorio Borsari, con Roberta Lidia De Stefano – segnalata al Premio Hystrio alla Vocazione 2015 – e Tomas Leardini, andrà in scena al Teatro Piccolo Orologio sabato 28 novembre alle ore 21. Questo appuntamento sarà il primo del Progetto Giovani Direzioni 2015, cha nasce dall’omonimo bando promosso dal Centro Teatrale MaMiMò, in collaborazione con Scuola Paolo Grassi di Milano, Av Turnè e Comune di Cernusco sul Naviglio, all’interno del progetto fUnder35 e realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo.

La pièce gioca con diversi linguaggi espressivi, con l’intento di mettere a nudo le fragilità delle nuove generazioni, i cui progetti sono funestati dall’incombere di una crisi globale, politica e sociale, ancor prima identitaria, che impedisce loro di scegliere una via, di ‘giocarsi’ veramente. La paura e l’incertezza sono i grandi avversari che paralizzano ogni dinamismo e slancio coraggioso. Non sembreranno così distanti allo spettatore Jeer e Plinn, i protagonisti di questo spettacolo, una coppia di coinquilini trentenni in balia delle proprie insicurezze.

Pieni e vuoti al tempo stesso. Liberi e dipendenti. Fragili e duri, come solo questa generazione sa essere. Sottomessi alla libertà e liberi di immaginare illusioni sul futuro. In un momento storico come il nostro, in cui tutto sembra potenzialmente raggiungibile e desiderabile, il grande dramma di un giovane è proprio quello di ritrovarsi bulimicamente in preda al non saper cosa fare, cosa pensare su di sé, per il futuro della sua vita.

La parola, terzo grande protagonista della messinscena, si attesta come metro e sintomo del disagio esistenziale, costantemente sospeso tra verità e menzogna. Essa sola può schiudere a chi osserva ed ascolta l’anima, il pensiero ed i sentimenti autentici dei personaggi.

Il caos fa parte della vita, e dal caos la storia sembra uscire, attraverso uno sviluppo drammaturgico a quadri non cronologico, bensì per salti avanti e indietro nel tempo. Il plot è un susseguirsi di situazioni drammaticamente comiche, vissute dentro le mura di un appartamento cittadino. Lo spazio scenico sarà vuoto, nudo e delimitato da un quadratone di moquette a terra e da un fondale, che sarà anche schermo per le proiezioni video; linguaggio espressivo fondamentale, quest’ultimo, che, grazie alla dialettica tra testo e immagine, darà respiro ai piccoli dettagli, che portano ai grandi accadimenti della trama.

Vittorio Borsari, regista dello spettacolo, dopo essersi diplomato all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi, ha lavorato con le produzioni pubbliche e private più importanti in Italia: Teatro stabile di Trieste, Teatro stabile di Bolzano, Teatro Piccolo di Milano, Teatro Franco Parenti di Milano, Sky, Bags Enterteinment, Vodafone.

Emanuele Aldrovandi, anch’egli diplomatosi alla Scuola Paolo Grassi, da anni lavora come autore, dramaturg e insegnante di scrittura al Centro Teatrale MaMiMò di Reggio Emilia. Recentemente insignito del Premio Hystrio per “Farfalle”, ha ricevuto vari riconoscimenti fra cui il Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello 2012 per “Felicità”, la Segnalazione al Premio Hystrio Scritture di scena 2012 per “Funziona meglio l’odio” e il Premio Riccione ‘Pier Vittorio Tondelli’ 2013 per “Homicide House”. Con “Qualcosa a cui pensare”, giunge alla sua seconda collaborazione con Chronos3, dopo lo studio su “Funziona meglio l’odio”.

Biglietti: 12€ e 10€. Per informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178 dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:30.

















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